2006/07/31

Presentazione di Undicisettembre

Probabilmente avete sentito spesso affermazioni come queste: “Il buco al Pentagono era troppo piccolo per un aereo di linea. Le torri del World Trade Center sono state demolite con gli esplosivi. I dirottatori non sapevano pilotare dei jet. La difesa aerea americana è rimasta a guardare. L'11 settembre è stata una messinscena del governo americano per giustificare l'invasione dell'Iraq e un nuovo ordine mondiale.”

Sono vere o false?

Undicisettembre è un gruppo informale di giornalisti, tecnici e ricercatori di vari settori (dettagliati qui sotto) che sta esaminando dal 2006 queste ed altre ipotesi di complotto riguardanti gli attentati dell’11 settembre 2001. Il blog che state leggendo ospita i risultati documentati delle indagini di questo gruppo e fornisce le fonti utilizzate, dalle quali chiunque può partire per le proprie verifiche personali.

Il risultato fondamentale di queste indagini è che ci sono senz'altro delle zone grigie e degli aspetti ancora da chiarire intorno agli attentati dell'11 settembre 2001, ma le principali ipotesi di complotto si basano su informazioni scorrette e incomplete e sulla superficiale approssimazione, incompetenza e talvolta vera e propria malizia manipolativa dei loro sostenitori.


Chi sono i “complottisti”


Come vedrete sfogliando queste pagine, molti dei principali esponenti del complottismo sono stati colti a manipolare dati, testimonianze e filmati in modo da adattarli alle proprie tesi e così trarre in inganno la gente.

Il quadro piuttosto squallido che emerge quando si verificano le affermazioni complottiste è quello di un gruppo di "guru" che si professano depositari della "verità alternativa" (ma ciascuno ha la propria, contrastante con quella degli altri guru) ma in realtà speculano sulle emozioni e sulla fiducia delle persone, informandole in modo tendenzioso ma seducente, per vendere libri, DVD, magliette, spillette e cappellini e organizzare "conferenze" in un fiorente business del complottismo. C'è anche chi usa il complottismo per sentirsi importante e venerato da un gruppo di seguaci o per perseguire fini politici.

Le tecniche di comunicazione e persuasione usate dai complottisti sono molto efficaci e sono già state viste in moltissimi altri contesti: paranormale, ufologia, negazione dello sbarco sulla Luna, medicine alternative, "scie chimiche" e altre ipotesi di complotto sui grandi eventi storici.

Ci sono, però, anche molte persone che sostengono le ipotesi di complotto in buona fede. Sono persone che si sono fidate delle dichiarazioni dei "guru" del complottismo e non hanno svolto ricerche in proprio che permettessero loro di capire che erano state ingannate facendo leva sulle forti emozioni evocate dalla tragedia, sulla suggestione visiva dei documentari complottisti e sul fatto che la dinamica dell'11 settembre tocca spesso argomenti tecnici (ingegneria civile, chimica, aeronautica civile e militare, ma non solo) che non tutti conoscono e che spesso seguono regole poco intuitive.

Questo sito raccoglie il materiale originale, spesso ignorato e addirittura censurato dai complottisti, che vi permette di compiere le vostre verifiche personali.

Pensate dunque con la vostra testa, sia di fronte alle tesi "ufficiali", sia alle tesi complottiste. Non fidatevi neppure di quello che trovate scritto qui: controllate sempre personalmente ogni fonte, ogni data, ogni dettaglio. Anche a noi, nonostante i nostri sforzi, può sempre scappare un errore o un dato prezioso. Chiedete a esperti di cui vi fidate (ingegneri strutturisti, architetti, pompieri, piloti, chimici). Andate sempre alle fonti originali di ogni dato, scavalcando gli intermediari tendenziosi. Soltanto così si può arrivare alla verità, senza appoggiarsi su pericolosi ipse dixit, né da una parte né dall'altra.


Difesa del buon senso, non delle autorità


Queste indagini non sono mirate a sostenere una ricostruzione "ufficiale" degli eventi, né tanto meno a prendere le difese del governo statunitense. Intendono semplicemente dimostrare che le ipotesi di cospirazione più popolari non stanno in piedi se le si esamina con un po’ di buon senso, competenza e documentazione indipendente. Qui non si sostiene la “versione ufficiale”: si sostiene e si documenta l’assurdità delle tesi di complotto più in voga.


Nessun vincolo commerciale o politico


Tutto il materiale che trovate qui è messo a disposizione di tutti gratuitamente. A differenza dei complottisti, non abbiamo magliette, spillette, tazze o DVD su cui guadagnare e non ospitiamo banner pubblicitari. Non abbiamo sponsor né commerciali né politici e non chiediamo parcelle per partecipare a incontri o conferenze.

Per i nostri due libri e per le consulenze tecniche chieste dalle emittenti televisive abbiamo ricevuto il normale compenso giornalistico, ma tutto il nostro materiale contenuto in quei testi è comunque disponibile gratuitamente in questo blog. Anche i nostri video non sono in vendita ma sono liberamente scaricabili e distribuibili.

Reinvestiamo tutti i compensi in ricerca e paghiamo di tasca nostra software, libri, DVD, viaggi e materiali di ricerca. Queste indagini vengono svolte per passione, non per denaro: non siamo qui per far soldi sulle tragedie altrui.

Va anche detto, molto schiettamente, che c'è una certa differenza fra i libri dei complottisti, che sono dimostrabilmente ricolmi di fandonie e di asserzioni errate, non verificate e addirittura inventate (come leggerete in questo blog), e i libri tecnici che abbiamo tradotto e scritto attingendo agli esperti dei settori interessati e verificando ogni dato. Ma la differenza la valuterete voi stessi leggendo i nostri articoli.


Perché lo facciamo


Per una ragione molto semplice: ci inquieta la marea montante di stupidaggini e dicerie che sta circolando intorno a un episodio storicamente centrale come l'11 settembre, con la complicità di alcuni irresponsabili a caccia di audience, e ci sentiamo in dovere di dire qualcosa che la contrasti e offra spunti di riflessione documentata invece di dicerie di terza mano.

Per usare le parole di Henry62, lo scopo non è né fare proseliti né annientare le idee o le opinioni di altri, qualunque esse siano. Vogliamo creare un luogo dove chiunque abbia buona volontà possa trovare espresse anche opinioni basate sul buon senso e con un certo rigore scientifico, frutto insomma di un metodo rigoroso di approccio ai problemi.

Ormai l'11 settembre si avvia a diventare un evento realmente storico, cioè uno di quegli eventi che tutti sappiamo essere avvenuti ma che non tutti abbiamo vissuto, per cui c'è la necessità che le nuove generazioni possano contare su una fonte alternativa a quelle complottiste, che hanno certamente più presa sui giovani e sugli idealisti che non le valutazioni tecniche.

Tutti sappiamo che non è un evento a segnare la storia, ma semplicemente noi identifichiamo in un evento, in una data, il punto di svolta in cui il lento processo, spesso invisibile ma certamente presente del divenire storico, si manifesta in tutta la sua violenza ed importanza: così è anche per l'11 settembre.

L'attacco è stato la punta dell'iceberg di un processo storico che noi forse non riusciamo ancora a vivere col necessario distacco, perché siamo ancora troppo emotivamente coinvolti. Ma l'approccio basato sul metodo scientifico è l'unico che può aiutare nella ricerca della verità.

In altre parole, non è così difficile capire perché lo facciamo. Lo facciamo prima di tutto per noi, per i nostri figli, affinché queste cose non si ripetano.


Chi è Undicisettembre?


Questo blog è gestito da Paolo Attivissimo, giornalista informatico e studioso della disinformazione nei media digitali (curriculum), insieme ad altri ricercatori, esperti in vari campi, che per poter lavorare serenamente preferiscono per ora l'anonimato e sono quindi identificati qui soltanto con il loro nickname:
  • Leonardo Salvaggio (fino al 2019 usava il nickname Hammer) è un ingegnere informatico (bio da blogger e YouTuber);
  • John è un ufficiale di polizia giudiziaria con esperienza ventennale nel settore dell'intelligence investigativa e autore del libro digitale Crono911;
  • Henry62 è un esperto di balistica teorica e sperimentale, con significative esperienze nel settore armiero e della balistica forense e nelle tecniche di demolizione e bonifica con esplosivi, e consulente tecnico di Raiuno;
  • Mastrocigliegia (la grafia "gl" è intenzionale) è un perito chimico e laureato in chimica, con esperienza di laboratorio nella sintesi organica e nel calcolo statistico;
  • Airone76 è un chimico;
  • SirEdward è un laureato in traduzione e interpretazione;
  • Altair è un laureato in fisica;
  • ZeusBlue è un'artista grafica non digitale;
  • Brain_use è un sistemista, analista e consulente informatico.
Fanno parte di Undicisettembre anche piloti di linea italiani, piloti istruttori e numerosi esperti di altri settori che preferiscono mantenere riservata la propria identità anche a livello di nickname. Inoltre, come qualsiasi debunker (sbufalatore), Undicisettembre può contare sul fatto non trascurabile che tutti gli esperti di settore (ingegneri strutturisti, demolitori professionisti, vigili del fuoco) concordano che gli eventi dell'11 settembre non hanno alcun elemento implausibile. Anzi, la ricostruzione degli attentati è confermata da moltissimi articoli tecnici nelle riviste di settore, mentre le teorie cospirative non hanno neppure un esperto di settore che le sostenga e che sia riuscito a scrivere un articolo tecnico che superi le verifiche dei colleghi (peer review).

Il blog Undicisettembre ha iniziato le pubblicazioni il 6 luglio 2006 con questo articolo; il Gruppo Undicisettembre è stato costituito lo stesso giorno. 


Come contattarci


Per ragioni professionali e per poter lavorare in pace (molti complottisti sono aggressivi e maleducati), gli esperti che collaborano a queste indagini non sono contattabili direttamente. Scrivete al giornalista Paolo Attivissimo presso undicisettembre (chiocciola) pobox.com oppure chiamatelo al numero cellulare svizzero 0041 79 759 8264, e girerà lui a loro le vostre domande e segnalazioni.


Come contribuire alle indagini


Se volete darci una mano con le vostre competenze, è sempre ben accetta: in particolare, serve sempre l'aiuto di piloti di linea ed esperti di aviazione, grafica digitale e modellazione tridimensionale (in particolare Blender e/o Google Sketchup), radiotecnica e telecomunicazioni, ingegneria civile, metallurgia, chimica e fisica. Ci servono anche traduttori che possano preparare versioni italiane della montagna di documenti tecnici riguardanti gli attentati ed esperti di Microsoft Flight Simulator. Ne abbiamo già, ma il lavoro da fare è enorme e una seconda opinione non guasta mai.

Essendo un lavoro basato esclusivamente sul volontariato, non possiamo pagarvi, ma se volete il vostro nome verrà indicato accanto al vostro lavoro. E' un modo efficace per farsi conoscere e mostrare il vostro talento.

Per ragioni legate alle ricerche, stiamo cercando anche i seguenti materiali originali (anche Zona 1, ma niente copie pirata!):
  • i DVD dei vari documentari realizzati intorno agli attentati.
  • i libri (anche quelli dei complottisti) riguardanti gli attentati.
Se avete questi materiali, contattateci come indicato qui sopra. Grazie!

Copyright: uso di filmati e immagini, ripubblicazione delle indagini


Questo sito si avvale del diritto di citazione per quanto riguarda immagini e filmati, pubblicati senza alcun intento di violare i diritti degli autori e indicandone sempre, ove nota, la fonte.

Le indagini sono pubblicabili gratuitamente e liberamente, anche in pubblicazioni commerciali: basta che ne citiate la fonte.


Ringraziamenti


Dietro la documentazione che trovate qui c'è l'aiuto di tantissimi lettori e amici che vi hanno contribuito con idee, ricerche, competenze, segnalazioni e correzioni pazienti. Molti preferiscono l'anonimato e non vengono quindi citati, ma gran parte del merito di questa sezione d'indagine spetta a loro. Gli errori, se ve ne sono, restano naturalmente tutti a nostro carico. Ringraziamo anche beta_lord per le immagini fornite.

Grazie, quindi, a tutti coloro che collaborano, anche con la semplice insistenza o sopportazione, a questo lavoro. E grazie, naturalmente, anche a voi che lo leggete.

Grazie di aver letto fin qui. Speriamo che troverete utile il nostro lavoro.

I più noti sostenitori delle ipotesi di complotto

di Paolo Attivissimo. Pubblicazione iniziale: 2006/07/31. Ultimo aggiornamento: 2020/04/26.

Ci sono alcuni nomi che emergono spesso nelle discussioni pro e contro le ipotesi di complotto e che è importante conoscere per chiunque s'interessi del complottismo undicisettembrino: è utile sapere quali sono le loro effettive competenze professionali, che cosa fanno in questo campo e in che misura sono realmente autorevoli. I nomi sono raccolti qui in ordine alfabetico.


Dylan Avery


Autore del documentario complottista Loose Change.


Maurizio Blondet


Autore di una quadrilogia cartacea e di numerosissimi articoli sull'11 settembre. Alcune sue teorie, dichiarazioni e perle sono raccolte qui.


Christopher Bollyn


Giornalista della pubblicazione di estrema destra USA American Free Press, con affiliazioni neonaziste, antisemite e al Ku Klux Klan. Arrestato e condannato per aggressione e furto, come documentato qui.


Tom Bosco


Direttore della rivista Nexus Italia Magazine e del relativo sito, nel quale sostiene varie teorie pseudoscientifiche, come le "scie chimiche".


Willy Brunner


Insieme a Gerhard Wisnewski, autore di numerosi documentari in lingua tedesca che presentano ipotesi di complotto riguardanti non solo l'11 settembre ma anche lo sbarco sulla Luna e il terrorismo della RAF tedesca. E' stato colto a tagliare ad arte le dichiarazioni dei testimoni per farle sembrare prove di cospirazione. Maggiori informazioni sull'operato di Brunner sono disponibili presso Der Spiegel.


Giulietto Chiesa (1940-2020)


Giornalista di lungo corso, ha partecipato alle puntate di Matrix sull'11 settembre, ha dedicato parte del proprio sito Megachip.info alle ipotesi di complotto e ha collaborato a Zero, un film-inchiesta sull'argomento. Uno scambio di corrispondenza fra me e Chiesa è pubblicato qui. Chiesa viene colto a inventarsi i dati e a fare affermazioni tecniche fasulle qui.


James Fetzer


Anche lui presentato come professore, dimenticando di evidenziare che è un professore di filosofia Sostiene l'uso di raggi spaziali per distruggere il World Trade Center.


Tom Flocco


Giornalista online, balzato agli onori della cronaca complottista per aver asserito che Barbara Olson, uno dei passeggeri del Volo 77, era ancora viva ed era stata arrestata. La notizia, pubblicata qui sul sito di Flocco, è stata poi ritirata dallo stesso Flocco, ma prospera ancora presso molti altri siti complottisti.


David Ray Griffin


Viene spesso presentato come professore, dunque figura autorevole, dimenticando di dire che è sì professore, ma di teologia in pensione, che vende libri complottisti. Ha scritto anche un libro che afferma la realtà inconfutabile del paranormale.


Eric Hufschmid


Autore del libro Painful Questions (2002) e sostenitore della teoria della demolizione controllata delle Torri Gemelle.


David Icke


Scrittore britannico, ex giornalista sportivo della BBC, ex portavoce dei Verdi in Gran Bretagna, sostiene che gli attentati dell'11 settembre siano stati organizzati da extraterrestri ibridi rettile-uomo capaci di assumere sembianze completamente umane. Qui c'è un articolo che riassume il suo curriculum e le sue teorie. Il suo cognome si pronuncia àik.


Alex Jones


Conduttore di talk show radiofonici negli Stati Uniti, non ha vinto il premio Pulitzer; è un caso di omonimia. Qui viene colto mentre fabbrica le prove del coinvolgimento del fratello di Bush nel complotto.


Steven Jones


Professore di fisica che sostiene le ipotesi di demolizione controllata e di avere prove archeologiche che Gesù, dopo la sua morte, ha visitato i Maya in America. È stato sospeso dall'insegnamento, si dice, perché complottista, ma le cose stanno un po' diversamente. È stato anche colto a usare foto false per dimostrare le sue tesi.


Massimo Mazzucco


Regista e fotografo abitante a Los Angeles all’epoca dei fatti e successivamente trasferitosi in Italia, è autore di un video, Inganno Globale, scaricabile dal suo sito Luogocomune.net. Il video è anche in vendita su DVD da metà settembre 2006. La prima versione, distribuita via Internet fra giugno e settembre 2006, contiene numerosi errori, in parte riconosciuti da Mazzucco. La versione distribuita in DVD ne corregge alcuni ma ne introduce altri.


Thierry Meyssan


Considerato il padre del complottismo sull’11 settembre con il suo libro L'Effroyable Imposture (2002), seguito da Le Pentagate. Dichiara un milione di euro di diritti percepiti dalle copie di L'Effroyable Imposture vendute in tutto il mondo (1 milione fino al 2006; almeno 200.000 solo in Francia) e tradotte in almeno 19 lingue differenti. Vale la pena di leggere un suo profilo realizzato dal Corriere della Sera e questa indagine sulle sue teorie.


William Rodriguez


Inizialmente riconosciuto come eroe del WTC, si è trasformato in complottista accanito, come documentato dal suo libro, disponibile anche in italiano.


Korey Rowe


Produttore del video complottista Loose Change. Ammette che il video contiene errori gravi. Anche nella seconda edizione.


Kevin Ryan


Presentato dai complottisti come "ex manager" del prestigioso ente certificatore Underwriters Laboratories, è in realtà ex dipendente di una società affiliata che si occupa di analisi dell'acqua potabile, come documentato qui.


Rick Siegel


Autore del documentario 9/11 Eyewitness.


Dave Vonkleist


Autore dei documentari complottisti In Plane Site e 9/11 Ripple Effect.


Jimmy Walter


Milionario americano, ha acquistato pagine pubblicitarie sui principali giornali statunitensi per promuovere l'ideologia complottista ed è sostenitore del documentario Confronting the Evidence. Ha successivamente abbandonato il complottismo.


Gerhard Wisnewski


Insieme a Willy Brunner, autore di numerosi documentari in lingua tedesca che presentano ipotesi di complotto riguardanti non solo l'11 settembre ma anche lo sbarco sulla Luna e il terrorismo della RAF tedesca. È stato colto a tagliare ad arte le dichiarazioni dei testimoni per farle sembrare prove di cospirazione. Maggiori informazioni sull'operato di Wisnewski sono disponibili presso Der Spiegel.


Tutti insieme per la verità?


Alcuni link agli scritti nei quali i complottisti si accusano l'un l'altro di concorrenza sleale, boicottaggi reciproci e censura, ed emerge il giro di inganni, tradimenti e denaro generato dalle loro attività (in inglese). Questo articolo in italiano riassume alcune delle liti interne ai complottisti, fra cui Steven Jones, Judy Wood, James Fetzer, Morgan Reynolds, Gerard Holmgren, Rosalee Grable.

Siti, libri, documentari, programmi pro e contro

Quest'elenco è una guida critica ai principali documenti visivi e testuali riguardanti le ipotesi di complotto, favorevoli o contrari alle ipotesi di complotto, e ai programmi televisivi che hanno affrontato l'argomento.

Libri e filmati realizzati da sostenitori delle ipotesi di complotto

Questa è soltanto una piccola parte della vastissima produzione pro-complotto. Secondo la rivista Focus di febbraio 2007, sono stati scritti 3000 libri e ci sono circa 628.000 siti Intenet dedicati all'argomento. Per contro, la produzione di materiale di debunking (smentita delle ipotesi complottiste) è estremamente modesta.

Zero (Il giorno di Dioniso) di Giulietto Chiesa

  • Il sito del film.
  • Le perle dei suoi autori e promotori: Giulietto Chiesa, Franco Cardini e Franco Fracassi colti a inventarsi prove di complotto durante la trasmissione Matrix e sul Corriere della Sera.
  • Come viene finanziato il film: l'europarlamentare Chiesa chiede soldi a un "azionariato popolare". A fondo perduto, come dichiara lui stesso, con la speranza di partecipare agli eventuali "guadagni complessivi del film in proporzione alla percentuale acquistata".
  • Il filmato della presentazione de Il giorno di Dioniso (successivamente ribattezzato Zero - Inchiesta sul 9/11), "film-inchiesta" promosso da Giulietto Chiesa, insieme a Dario Fo e Franco Fracassi, al Milano Film Festival (24 settembre 2006).


Loose Change di Dylan Avery, Korey Rowe e Jason Bermas



Inganno globale di Massimo Mazzucco (filmato e libro)



In Plane Site di Dave VonKleist (2004)



Confronting the Evidence (2004)

  • Il video, fruibile via Internet con sottotitoli in italiano e altre lingue.
  • Critica dei punti salienti del film.


9/11 Press for Truth

  • Scaricabile qui, 9/11 Press for Truth è un documentario complottista atipico: nessuna teoria di demolizione di edifici o di sparizione di aerei, ma soltanto un collage di servizi delle reti televisive statunitensi che pone l'accento sulle falle, reticenze e inadempienze dell'amministrazione Bush. Il documentario è consultabile anche tramite Google Video.


Principali siti sostenitori delle ipotesi di complotto

Qui sono elencati alcuni fra i più citati siti che sostengono una o più delle varie ipotesi cospirazioniste.

In italiano

  • La sezione 11 settembre di Megachip.info, associazione presieduta da Giulietto Chiesa (in italiano).
  • 911 Subito (in italiano).
  • La sezione 11 settembre di Luogocomune.net (in italiano); il sito contiene anche una discussione sulla mia recensione di Inganno Globale, un forum sulla mia realizzazione del modello fisico del Pentagono e un forum nel quale il consulente balistico consultato dal TG1 per lo speciale citato sopra analizza l'impatto al Pentagono e risponde alle domande dei lettori. E' interessante anche una lucida spiegazione di un membro rispettato di Luogocomune dei motivi per cui abbandona il sito.
  • La sezione 11 settembre di NexusItalia.com (in italiano).


In altre lingue



Siti, documenti e libri d'indagine sulle ipotesi di complotto



Trasmissioni televisive, in ordine cronologico


Questo è un elenco parziale in via di compilazione. È stata data priorità alle trasmissioni in lingua italiana.

Leggende metropolitane, falsi e stranezze riguardanti l'11 settembre

di Paolo Attivissimo

Intorno all'11 settembre non sono nate soltanto le più svariate ipotesi di complotto, ma anche molte leggende metropolitane. Vale la pena di citarne alcune qui perché sono sintomatiche dell'effetto emotivo e irrazionale che questa tragedia ha avuto su molte persone.

2006/07/28

Come si demolisce un edificio

di Hammer

Chi sostiene la teoria della demolizione controllata delle Torri del World Trade Center non ha fatto i conti con la realtà. Oppure non si è mai documentato su come avviene una vera demolizione controllata.

Qualcosa possiamo imparare dal sito della società di demolizione americana Controlled Demolition, Inc, ricco di informazioni sulla sua attività.

Particolarmente interessante è il caso del centro commerciale Hudson's Department Store a Detroit. Si tratta infatti (come si può verificare dal sito di Controlled Demolition) della più alta struttura in acciaio mai demolita al mondo. Misurava circa 130 metri.

L'articolo in proposito ci informa che una squadra di 12 persone impiegò 24 giorni per piazzare tutto il necessario. E non basta l'esplosivo, servono anche cavi di innesco ed elementi ritardanti per temporizzare correttamente la demolizione. Un altro dato interessante è che per questo edificio furono utilizzati circa 1500 kg di esplosivo.

Considerando che per un solo edificio alto poco più di un quarto delle Torri Gemelle servirono 24 giorni, quanto tempo sarebbe servito per fare lo stesso nelle due Torri del World Trade Center? Sarebbero bastati i pochi weekend e le manciate di ore di cui parlano le fonti complottiste?

Ovviamente no. Non si possono sosituire settimane di lavoro con poche ore.

All'Hudson's Department Store, inoltre, nessuno dovette occultare i cavi di innesco, contrariamente a quanto sarebbe stato necessario per tenere nascoste le intenzioni demolitorie, e anche questo avrebbe richiesto del tempo.

Le stesse considerazioni valgono per il World Trade Center 7: le demolizioni controllate non si improvvisano. Servono settimane piene di lavoro.

Bastano poche ricerche per capire che il crollo del World Trade Center non ha nulla di misterioso. Misteriose sono invece le ragioni per cui i complottisti lascino andare a briglie sciolte la fantasia inventandosi demolizioni controllate che si preparano in poco tempo e sotto gli occhi di migliaia di persone che non se ne accorgono.

2006/07/26

Transponder e radar spiegati da un esperto: Giulio Bernacchia, pilota militare e civile

di Paolo Attivissimo

Girano un sacco di storie sul funzionamento dei radar e dei transponder che, secondo i complottisti, sarebbero prove di complotto. Non si possono spegnere in volo, dicono per esempio quelli di Luogocomune.net (qui), se non tramite “una manovra complessa ed una buona conoscenza della strumentazione di bordo”: non è vero, basta ruotare una manopola.

Una volta sbugiardato, il complottista cambia versione: va bene, il transponder si può spegnere anche in volo, ma fa niente: un aereo che spegne il transponder resta comunque sicuramente visibile sui radar, per cui è facile seguirlo e non è possibile perderlo, a meno che si voglia farlo perdere. Quindi la prova del complotto c'è lo stesso. Cito sempre da Luogocomune.net (sempre qui): "Se per un motivo qualunque il transponder smette di funzionare, l'aereo continua a comparire sugli schermi radar dei controllori, ma solo come un puntino luminoso di cui non si conoscono più nè l'identità nè la quota a cui sta volando."

Se state leggendo questo blog, probabilmente non vi sorprenderà il passo successivo: anche questa “prova” è una fandonia dettata dalla superficialità e dall'incompetenza di chi la spara come certezza assoluta. Lo afferma la testimonianza di Giulo Bernacchia, pilota professionista con 27 anni di esperienza di volo militare e civile, AWACS compresi. Le sue credenziali sono pubblicate su Internet, per i dubbiosi. Ecco un brano del suo commento, che trovate in versione integrale su Attivissimo.net:

Se il [controllore del traffico aereo] civile perde il contatto col transponder di un dato aereo, non vede più nulla di quell'aereo. Il controllore potrebbe allora cercare la traccia primaria escludendo i filtri, ma non sempre ciò è possibile. Negli USA, molte console erano soltanto dei ripetitori di segnali secondari, e non erano fisicamente collegate ad antenne radar "tradizionali".

Anche ammettendo che sia possibile cercare il primario, la cosa richiede tempo e deve essere una procedura approvata (per cercarne uno ne perdi cento); inoltre fa comparire tutte le tracce che legittimamente possono viaggiare senza transponder, come per esempio i piccoli aerei. Di conseguenza, il controllore deve mettersi a fare la caccia al blip, andando a logica e procedendo per esclusione ("quello è diretto di là e non va bene, quell'altro va troppo piano e forse non è lui..."). Ci vuole tempo!

Il radar della difesa aerea è esattamente nelle stesse condizioni, anzi peggio, perché non ha nemmeno la situazione fresca di dove l'aereo in questione era l'ultima volta che è stato visto. Allora iniziano le telefonate, gli scambi di deduzioni, guarda qui, guarda li... Ci vuole tempo. Il sistema non è congegnato per acchiappare aerei suicidi.

Bernacchia ha anche pubblicato un'ottima spiegazione del funzionamento del pilota automatico e di quanto sia facile da usare per le operazioni di base in un articolo (PDF, in inglese) che spero di poter tradurre quanto prima appena ottenuto il suo permesso. L'articolo contiene anche un'analisi molto lucida del comportamento e delle competenze necessarie ai dirottatori: ben più modeste di quelle ipotizzate dai complottisti, e compatibili con le certificazioni di pilotaggio che i dirottatori avevano acquisito.

Non erano il Barone Rosso, insomma, ma erano abbastanza astuti da far fare il lavoro pesante ai piloti veri (per il decollo) e al computer di navigazione (per raggiungere il bersaglio), e capaci di fare delle manovre rudimentali (sì, anche la celebre "virata impossibile" sopra il Pentagono è banale, secondo Bernacchia) e di far schiantare l'aereo.

Il complottista Alex Jones è un premio Pulitzer!

di Paolo Attivissimo

Stamattina ho ricevuto un e-mail da parte di una persona che mi segnalava di indagare "ciò che scrive nei suoi libri Alex Jones, un serio giornalista americano che ha anche vinto il Premio Pulitzer".

Sui metodi discutibili (va bene, pane al pane: bugie) di Alex Jones ho già scritto altrove, ma la notizia che fosse un premio Pulitzer mi ha fulminato. Santo cielo, possibile che uno che ha vinto un riconoscimento di quel calibro sia un complottista che falsifica le notizie?

Infatti non è così, e grazie a Internet questa bugia dei complottisti si può smascherare facilmente: basta prendersi la briga di controllare. In tre secondi, digitando "Alex Jones" nella Wikipedia inglese, si trova infatti questa pagina di disambiguazione, che spiega che c'è un Alex Jones complottista e c'è un altro Alex Jones premio Pulitzer:
  • Il primo, Alexander Emerick Jones, è un conduttore radiofonico e gestore di un sito che sostiene varie ipotesi di complotto, Prisonplanet.com, ed è noto fondamentalmente per le sue idee complottiste, che non riguardano soltanto l'11 settembre;
  • il secondo, Alex S. Jones, è un giornalista professionista, che lavora per la rete televisiva statunitense PBS e ha vinto il Pulitzer nel 1987.

Alex Jones (il complottista)


Alex Jones (il premio Pulitzer)

Può capitare che i complottisti sparino altrove quest'affermazione di grande effetto, per cui mi sembra il caso di segnalarla qui, in modo da fornire la risposta pronta a chi vuole ragionare invece di credere.

2006/07/25

LIDAR e 11/9, risponde una delle ditte coinvolte

World Trade Center LIDARdi Paolo Attivissimo

Tempo addietro ho scritto un articolo a proposito della tecnologia LIDAR usata per realizzare immagini tridimensionali delle zone colpite dagli attentati. In quell'occasione, avevo scritto a varie aziende del settore per sapere se avevano immagini o dati acquisiti con questa tecnica molto sofisticata. Oggi mi è arrivata la risposta di una delle aziende che ha partecipato a questi rilievi nei luoghi degli attentati.

Purtroppo la risposta è negativa, ma perlomeno conferma l'esistenza di questi rilevamenti e di quest'uso del LIDAR, specificamente da parte della società canadese Optech.
Dear Paolo,

Thank you for your interest in Optech and our lidar sensors. While we were in fact involved in work surrounding the 9/11 event, none of that imagery or data is available for use, public consumption or viewing as we remain sensitive to the issue as a whole and those directly impacted by that event.

Good luck with your project.
In sintesi, dice che la Optech ha svolto del lavoro riguardante l'11 settembre, ma che nessuna delle immagini o dei dati è disponibile per l'utilizzo, la visione o fruizione pubblica, perché l'azienda rimane sensibile alla questione nel suo complesso e nei confronti delle persone direttamente colpite dall'evento.

Naturalmente la mentalità complottista interpreterà questa risposta come un chiaro segno di insabbiamento; ma il buon senso fa notare che esistono delle giustificazioni umane ed emotive più che sensate. Non ultima, quella di non vedere il proprio lavoro travisato, distorto e manipolato dai complottisti per adattarlo alle tesi più stravaganti. E' anche in questo senso che il complottismo ostacola la ricerca della verità.

2006/07/18

I collassi del WTC: un mistero che non c'è mai stato

di John - www.crono911.org
“Nessun edificio in acciaio è mai crollato per il fuoco”...
“I WTC 1-2-7 sono stati evidentemente demoliti con esplosivi...”
“Sono caduti troppo diritti...”
“Sono caduti troppo velocemente....”


Sono alcune delle tante frasi che sentiamo ripetere, sino alla nausea, dai cospirazionisti. Ma quali sono le loro fonti?

Prima di rispondere a questa domanda, consentitemi di farne qualcuna a voi. Se aveste problemi al cuore, accettereste di farvi visitare da un professore di filosofia? Se doveste salire su una funivia, sareste tranquilli sapendo che la sua manutenzione è affidata a un fisico nucleare? E se foste accusati ingiustamente di un omicidio, vi fareste difendere da un professore di religione? Beh, queste sono le fonti con cui i cospirazionisti pretendono di dimostrare che gli edifici del WTC sono stati distrutti da esplosivi predisposti, e non dagli impatti degli aerei e dagli incendi.

Infatti le loro fonti sono:
  • un certo professor Steven Jones, esperto in fusione nucleare, un tipo un po' stravagante che è stato smentito dai suoi colleghi, che di recente avrebbe pure ritrattato le sue dichiarazioni, membro di una bizzarra congregazione religiosa mormonica, convinto sostenitore della tesi che Gesù Cristo è stato in Sud America;
  • poi c'è un tal professor David Ray Griffin, un professore di filosofia della religione e teologia;
  • per non parlare di James H. Fetzer, professore di filosofia;
  • e poi ci sono i soliti registi acchiappa-polli, scrittori in cerca di gloria (e soldi).
Badate bene. Sono passati 5 anni dall'11 settembre del 2001, e non c'è ancora un solo ingegnere strutturale in tutto il mondo che abbia detto: "Ehi! Ma si vede lontano un miglio che quelle torri sono venute giù con gli esplosivi!" Personalmente, io di ingegneria strutturale e collassi ci capisco poco. E lo ammetto. Però quando mi fa male un dente, vado dal dentista, non dal professore di religione.

Quindi mai e poi mai mi sognerei di mettermi a discutere su un simile argomento (demolizioni da esplosivi e collassi strutturali) con un professore di filosofia... o con un regista che non distinguerebbe una mina anticarro da un frisbee...

C'è invece un fatto, ed è che decine di migliaia di ingegneri ed esperti (esperti veri) in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina, hanno analizzato i collassi del WTC e pubblicato studi di migliaia e migliaia di pagine, con ricerche, simulazioni e analisi, e nessuno di loro ha avuto il benché minimo dubbio che si sia trattato di collassi dovuti al concomitante effetto degli impatti e del calore sprigionato dagli incendi.

Se permettete, io credo a loro, e non accetto discussioni in proposito.

Quello che segue è un elenco di alcuni studi fatti nel mondo sui collassi del WTC, studi cui hanno preso parte migliaia di ingegneri strutturali, esperti veri, analisti e ricercatori.

Si tratta di un elenco tratto dall'ultima versione del documento Crono911, in preparazione (la versione precedente è scaricabile sul sito Aereimilitari.org). Vediamo questi studi.

FEMA / ASCE World Trade Center Performance Study (2002) - Rapporto FEMA403 (link)


Il FEMA e l'ASCE (Società Americana degli Ingegneri Civili) hanno costituito un gruppo congiunto, denominato PBS, che ha studiato il comportamento delle strutture del WTC in seguito agli attentati dell'11 settembre.

La lista degli esperti dell'ASCE comprende:

W. Gene Corley, Ph.D., P.E., Lead
Senior Vice President
Construction Technologies Laboratories, Skokie, Illinois
Expert in building collapse investigations; principal investigator, Murrah Federal Office Building Study.

William Baker, P.E., S.E. Partner
Skidmore Owings & Merrill LLP
Expert in tall-building design.

Jonathan Barnett, Ph.D.
Professor, Center for Fire Safety Studies
Worcester Polytechnic Institute, Worcester, Massachusetts
Expert in building fire safety design and fire computer modeling.

David T. Biggs, P.E.
Ryan-Biggs Associates, Troy, New York
Expert in facades.

Bill Coulbourne, P.E., S.E.
Principal
URS Corporation, Gaithersburg, Maryland

Edward M. DePaola, P.E.
Partner
Severud Associates Consulting Engineers, New York, New York
Expert in structural engineering.

Robert F. Duval
Senior Fire Investigator
National Fire Protection Association
Expert in fire investigations.

Dan Eschenasy
Chief, Structural Engineering
City of New York
Dept of Design and Construction

John T. Fisher, P.E.
Joseph T. Stuart Professor of Civil and Environmental Engineering
Lehigh University, Bethlehem, Pennsylvania
Expert in metallurgy and connections.

Richard G. Gewain
Senior Engineer
Hughes Associates, Inc., Baltimore
Expert in fire engineering.

Ramon Gilsanz
Managing Partner
Gilsanz Murray Steficek, New York, New York
Expert in structural engineering.

John L. Gross, Ph.D., P.E.
Leader
Structural Systems and Design Group Building and Fire Research Laboratory
National Institute of Standards and Technology, Gaithersburg, Maryland
Expert in steel design and fire-structure interaction.

Ronald Hamburger, P.E., S.E.
Senior Vice President
EQE Structural Engineers Division, ABS Consulting, Belmont, California
Expert in structural analysis and design.

Nestor Iwankiw
Vice President, Engineering and Research
American Institute for Steel Construction, Chicago, Illinois
Expert in steel design.

Venkatesh Kodur, Ph.D., P.E.
Institute for Research in Construction
National Research Council of Canada, Ottawa, Ontario
Expert in fire effects on materials.

Eric Letvin
Department Head, Hazards Engineering Group
Greenhorne & O'Mara, Greenbelt, Maryland

Jon Magnusson, P.E.
Chairman of the Board, Chief Executive Officer
Skilling Ward Magnusson Barkshire, Inc., Seattle, Washington
Expert in structural analysis and high-rise design.

Christopher E. Marrion, P.E.
Fire Strategist
Arup Fire, New York, New York
Expert in fire engineering.

Therese P. McAllister, Ph.D., P.E.
Senior Structural Engineer
Greenhorne & O'Mara, Greenbelt, Maryland

James Milke, Ph. D., P.E.
Professor, Department of Fire Protection Engineering
University of Maryland
Expert in fire resistance analysis.

Harold E. "Bud" Nelson
Senior Research Engineer
Hughes Associates, Inc.

James A. Rossberg, P.E.
Director, Structural Engineering Institute
American Society of Civil Engineers (ASCE), Reston, Virginia

Saw-Teen See, P.E.
Managing Partner
Leslie E. Robertson Associates, New York, New York
Expert in structural analysis and high-rise design.

Robert Smilowitz
Principal
Weidlinger Associates, New York, New York
Expert in blast effects.

Bruce Swiren
Hurricane Program Manager, Region II
Federal Emergency Management Agency, New York, New York

Paul Tertell, P.E.
Program Manager, Building Performance Assessment Team
Federal Emergency Management Agency, Washington, D.C.


Si tratta, come si vede, di esperti in tutti i campi dell'ingegneria strutturale, della tecnologia dei materiali, dei collassi di strutture, del comportamento delle strutture sottoposte a fuoco e calore.

Questo, del 2002, è stato il primo rapporto che ha analizzato le cause dei collassi, e non va considerato come un rapporto definitivo, ma preliminare. Infatti già in Premessa il rapporto dice:

“Con le informazioni disponibili al momento, la sequenza di eventi che ha portato al collasso di ciascuna torre non può essere determinata in via definitiva”


Ancora in Premessa, leggiamo:


“Il Team ha eseguito rilevazioni sul campo, nel sito del WTC e nei cantieri dove è stato depositato l'acciaio, ha rimosso e testato campioni delle strutture collassate, ha visionato centinaia di ore di filmati e migliaia di fotografie, ha condotto interviste a testimoni e a persone coinvolte nella progettazione, costruzione e manutenzione di ciascuno degli edifici colpiti, ha riesaminato i documenti costruttivi e ha condotto analisi preliminare dei danni alle Torri del WTC”.


Vien logico immaginare che, dopo aver visionato tutto questo materiale, questo fior fiore di esperti avrebbe pur dovuto notare che il collasso del WTC presentava elementi caratteristici delle demolizioni controllate. Così non è stato, però.

A quanto pare, per scoprire i caratteri di una demolizione controllata, bisogna essere professori di filosofia o di religione, o di fisica nucleare, o registi sfaccendati...

Si noti pure che non è affatto vero che le macerie furono rapidamente dismesse: gli esperti hanno potuto analizzarle sia sul posto (Ground Zero) che nei siti dove furono stoccate, e hanno diligentemente rimosso campioni delle strutture.

La Premessa presenta già quelle che saranno le conclusioni del rapporto (che poi è suddiviso in una serie di rapporti, per ogni struttura interessata dagli attacchi):


“Il danno strutturale sostenuto da ciascuno dei due edifici come risultato degli attacchi, fu enorme. Il fatto che le strutture furono in grado di sostenere questo livello di danni e rimanere in piedi per un certo periodo di tempo è rimarcabile ed è la ragione per cui la maggior parte delle persone che le occupavano riuscirono a evacuarle in sicurezza.

Eventi di questo tipo, che risultano in danni così sostanziali, non sono generalmente tenuti in considerazione in sede progettuale... le analisi preliminari... suggeriscono che... gli edifici avrebbero potuto restare in piedi così danneggiati se non fossero stati sottoposti a una qualche significativo fattore aggiuntivo.

E difatti le strutture dovettero sopportare un ulteriore, simultaneo e severo fattore di carico determinato dal fuoco causato dagli impatti... la grande quantità di carburante trasportata da ciascun aereo prese fuoco al momento dell'impatto negli edifici. Una parte significativa di questo carburante si consumò immediatamente nelle palle di fuoco conseguenti... il calore prodotto da questo carburante in fiamme di per sé stesso non appare sufficiente a innescare i collassi strutturali.

D'altro canto, nel momento in cui il carburante in fiamme si riversava attraverso vari piani degli edifici, esso innescò l'incendio di gran parte dei materiali contenuti in essi, causando incendi simultanei in vari livelli di entrambi gli edifici... su un periodo di molti minuti questo calore ha indotto stress aggiuntivi alle strutture danneggiate e contemporaneamente le ha ammorbidite e indebolite.

I carichi aggiuntivi e i danni risultanti furono sufficienti a indurre il collasso di entrambe le strutture... questo studio non ha rilevato la presenza di specifiche caratteristiche strutturali sotto gli standard, anzi molte caratteristiche progettuali strutturali e di protezione dagli incendi sono risultate superiori ai minimi richiesti”.


Nel Capitolo 2, dedicato al comportamento dei WTC 1 e 2, il rapporto presenta una serie di evidenze, anche testimoniali, in base alle quali ritiene che non solo la struttura esterna delle Twin Towers fu danneggiata gravemente dagli impatti, ma anche parte della struttura portante centrale.

Di particolare interesse è la figura 2.17 del Capitolo 2, nella quale si evidenzia la distribuzione di rottami di aereo e di struttura al 91mo piano del WTC-1. La figura dimostra come l'impatto abbia seriamente travolto e lesionato buona parte della struttura centrale della Torre, proprio quelle sezioni costituenti il “core” di sostegno dell'edificio.

Infatti la figura 2.19 evidenzia come, in condizioni normali, le colonne centrali sostenevano il 60% del peso strutturale, mentre quelle perimetrali sostenevano il 40% di esso.

Dopo gli impatti, il peso dell'edificio fu ridistribuito strutturalmente sulle colonne centrali e perimetrali ancora integre, e la struttura riuscì in qualche modo a trovare un assetto stabile. A quel punto intervenne il fattore incendi. Il rapporto calcola che una certa parte di carburante bruciò fuori dagli edifici o si consumò quasi istantaneamente, mentre una parte valutabile in circa 4.000 galloni continuò a bruciare, riversandosi al di sotto su vari piani, attraverso vani di scale e di ascensori, ecc...

Il rapporto documenta anche l'effetto esplosivo determinato dalla combustione del carburante e dei suoi aerosol nei vani ascensori, effetto che ha generato sovrapressioni tali da distruggere le finestre delle Torri moltissimi piani più in basso e causare danni alle pareti dei vani ascensori a partire dal 23° piano, così come riferito anche dai vigili del fuoco.

Secondo il rapporto, la combustione completa del carburante residuo avvenne entro cinque minuti dall'impatto, ma questo tempo fu più che sufficiente per innescare numerosi incendi nei materiali infiammabili presenti nelle Torri.

Questi incendi furono ulteriormente alimentati dal costante apporto di aria fresca proveniente dalle aperture causate dagli impatti.

Il rapporto offre anche una plausibile spiegazione delle ragioni per cui il WTC-2, nonostante fosse stato colpito dopo il WTC-1, fu il primo a collassare.

Infatti gli esperti hanno calcolato che la velocità di impatto del volo AA11 contro il WTC-1 fu di 470 miglia orarie, contro le 590 della velocità di impatto del volo UA 175 contro il WTC-2.

Questa differenza di velocità è più che sufficiente a determinare un grado di danneggiamento delle colonne del “core” del WTC-2 in misura significativamente più grande rispetto al WTC-1.

Inoltre, il WTC-2 fu colpito circa 20 piani più sotto rispetto al WTC-1, e pertanto le colonne superstiti dovettero farsi carico di un peso ancora maggiore (20 piani in più).

L'ulteriore indebolimento strutturale conseguente al calore degli incendi, ha quindi determinato i collassi, prima del WTC-2 e poi del WTC-1, collassi iniziati ai livelli più danneggiati (coincidenti con quelli interessati dagli impatti).

Il collasso ha determinato la trasformazione dell'enorme energia potenziale della parte di struttura che si trovava al di sopra del punto di collasso, in energia cinetica, dando vita a una massa in rapida accelerazione che impattava il livello sottostante, aggregandosi ad esso, e insieme ad esso determinando una massa ancora maggiore che accelerava impattando il piano immediatamente sottostante, e così via.

Il rapporto, sulla base delle riprese fotografiche e della posizione dei rottami, ritiene che la parte superiore del WTC-2 sia collassata con inclinazione sud-est, mentre la parte inferiore sia collassata con inclinazione nord-ovest.

Nei successivi capitoli, il rapporto si sofferma sull'analisi dei danni e dei collassi che hanno interessato gli altri edifici del WTC.

Noi passeremo direttamente al capitolo 5, quello che tratta il WTC-7, il cui crollo, secondo i miti tanto cari ai cospirazionisti, non sarebbe mai stato spiegato. Per "non spiegarlo", il rapporto dedica al WTC-7 ben 32 pagine.

Nell'analizzare la costruzione del WTC-7, a pagina 7 il rapporto spiega che all'interno dell'edificio vi erano numerosi serbatoi di combustibile destinati ad alimentare i sistemi di generazione di energia elettrica, per un totale di quasi 7.000 galloni di combustibile, distribuiti su vari piani, in particolare tra il 2° e il 9° piano. Altri 18.000 galloni erano situati a livello del suolo.

Il rapporto si sofferma su due cause principali: gli incendi scoppiati nel WTC-7 (probabilmente innescati dagli incendi del WTC-1) tra i piani 6° e 19°, ed i danni causati alla struttura del WTC-7, e in particolare al suo angolo sud-ovest, ai piani tra l' 8° e il 20° nonché al 24°, al 25° e a quelli compresi dal 39° al 46°.

Si noti che gli incendi tra il 6° ed il 9° piano hanno potuto “beneficiare” della presenza di oltre seicento galloni di combustibile, contenuti nei serbatoi di alimentazione per i generatori di emergenza presenti in quei piani.

Gli incendi sono andati avanti del tutto incontrollati, sia per la sostanziale inefficacia dell'impianto automatico di spegnimento incendi, dovuta alla rottura della condotta principale di acqua causata dai crolli dei WTC-1 e 2, sia perché i vigili del fuoco avevano desistito da ogni tentativo di contrastare il fuoco, per evitare la perdita di ulteriori vite umane.

Per questa ragione, gli incendi si sono estesi interessando progressivamente molti altri piani, oltre quelli iniziali, ed in particolare il piano 5° ed i piani compresi tra il 28° ed il 30°.

Il rapporto evidenzia che ai piani 5° e 7° del WTC-7 erano situati elementi strutturali importanti per il sostegno dell'intera struttura, elementi che “trasferivano” i carichi dei piani superiori distribuendoli su altri elementi strutturali e sulle fondamenta.

Il piano 5° e 7°, quindi, che contenevano importanti componenti strutturali, sono anche due dei piani aggrediti dagli incendi incontrollati.

Dalle analisi del materiale fotografico, il rapporto evidenzia pure che la natura degli incendi andò mutando nel corso delle sette ore in cui il WTC-7 bruciò, passando alla combustione della nafta contenuta nei citati serbatoi di emergenza (sulla base del colore del fumo) ed il calore generato andò progressivamente incrementandosi (sulla base della densità e fluidità del fumo).

Un altro aspetto interessante del rapporto è il calcolo dei tempi di collasso: il collasso inizia alle ore 17.20.33 e termina alle ore 17.21.10. Il tempo totale è quindi di ben 37 secondi (e non i pochi secondi di cui parlano i cospirazionisti).

Il rapporto onestamente afferma che non è possibile, con i dati disponibili, determinare in quale misura il fuoco e i danni strutturali abbiano ciascuno contribuito a innescare il collasso, ma ritiene che il collasso abbia interessato le strutture portanti ubicate tra il 5° ed il 7° piano, indebolite dall'esposizione a ben sette ore di fuoco.

La particolare formula costruttiva del WTC-7, con la distribuzione dei carichi su elementi orizzontali anziché verticali, ha determinato la sua implosione verso l'interno.

Tutto questo, quindi, dicevano il FEMA e l'ASCE, nel 2002.

A volte vien da chiedersi se qualcuno abbia davvero letto questo rapporto, prima di fantasticare su esplosivi e demolizioni controllate.


I rapporti del NIST (settembre 2005) NCSTAR 1, 1-8 (link)


I rapporti di cui ci occupiamo sono soltanto alcuni dei numerosi e corposi documenti, tutti disponibili al link wtc.nist.gov, che ricostruiscono le indagini effettuate sui collassi dei WTC-1, WTC-2 e WTC-7 (sì proprio lui, il WTC-7, quello su cui non avrebbe indagato nessuno...) e che hanno il pregio di essere costantemente aggiornati, a tutto il 2006.

Gli autori di questi rapporti sono un pool di circa 200 ricercatori e consulenti che costituiscono i massimi esperti al mondo di ingegneria strutturale, materiali, incendi e annessi e connessi.

Purtroppo non sono professori di religione, né di filosofia, per cui non si sono accorti che il WTC è stato raso al suolo da una demolizione controllata mediante l'uso di esplosivi.

Si tratta di un rapporto finale (NCSTAR-1) e di ben 8 rapporti allegati (NCSTAR1-1 / 1-8) che ricostruiscono in ogni più piccolissimo dettaglio tutto ciò che riguarda le Twin Towers, gli impatti, i danni, gli incendi ed i collassi. Appena ottomila pagine (e anche in questo caso, sembra che i cospirazionisti non le abbiano mai lette...)

Cosa ci dice il NIST, sintetizzando al massimo? Ci dice che il volo AA11 colpì il WTC-1 alla velocità di 440 miglia orarie e ci individua con precisione le colonne perimetrali e quelle del “core” che furono danneggiate, e in quale misura. Fa la stessa cosa per il WTC-2, precisando che il volo UA175 impattò a 540 miglia orarie.

Ci spiega la natura e gli effetti degli incendi, che raggiunsero i 1000 gradi centigradi. Ci spiega come l'acciaio inizia a perdere progressivamente la sua resistenza (perde il 20 % già a 300 gradi) e ci mostra immagini termiche nelle quali si dimostra che al 96° piano del WTC-1, dopo 100 minuti dall'impatto, le temperature arrivavano a oltre 800 gradi.

E ci spiega che a 800 gradi l'acciaio strutturale è ormai al 10% delle proprie capacità di resistenza.

Il NIST evidenzia che gli impatti, oltre a danneggiare gravemente le colonne centrali (il “core”), distrussero il loro rivestimento antincendio. E ci dice con precisione quante colonne furono interessate da questo effetto.

Il NIST conclude che i danni strutturali conseguenti l'impatto, il danneggiamento del materiale isolante delle colonne portanti, il calore degli incendi che ammorbidì l'acciaio fino al 10% della sua resistenza strutturale, furono le tre cause che determinarono il collasso.

Nei rapporti, ovunque, vi sono fotografie, grafici, ricostruzioni, tabelle. C'è tutto.

Apprendiamo che dai WTC-1 e 2 furono oltre quindicimila le persone che furono evacuate.
Apprendiamo pure che il NIST si è avvalso di analisi fatte su 236 travi di acciaio strutturale del WTC che ha preso in consegna, oltre ad altri componenti strutturali.

E il WTC 7? C'è anche quello. Qui. E' solo un rapporto preliminare, datato aprile 2005, in attesa che siano disponibili i rapporti definitivi. Ma è comunque un rapporto schematico di 42 pagine, organizzato su altrettante slides, con fotografie, grafici, schemi.

Un rapporto in cui le ipotesi del collasso si concentrano sul cedimento di una colonna strutturale situata al 13° piano, per effetto del fuoco e/o del danneggiamento provocato dai crolli delle Torri.

Il cedimento, per la particolare progettazione del WTC-7, si è poi ampliato sia in senso orizzontale che in senso verticale, provocando il collasso.

Un rapporto in cui a pagina 6 c'è scritto (in rosso, bello grande...):


“NIST has seen no evidence that the collapse of WTC 7 was caused by bombs, missiles or controlled demolition”.


Lo traduco... c'è una certa soddisfazione nel farlo, lo ammetto:


“Il NIST non ha riscontrato alcuna evidenza che il collasso del WTC 7 sia stato causato da bombe, missili o demolizione controllata”


Studio di Charles Clifton, ingegnere strutturale dell'HERA (Nuova Zelanda, 2001) (link)


Un ingegnere strutturale neozelandese (chissà se la CIA è riuscita a corrompere anche lui fin laggiù...) ha pubblicato uno studio molto particolareggiato, e anche tempestivo, con ricostruzioni computerizzate, sul collasso delle Twin Towers.

L'ingegnere ritiene, un po' in controtendenza, che i danni degli impatti siano stati più determinanti rispetto agli incendi nel causare i collassi.

Anche lui non parla di demolizioni controllate. Pregevoli, però, due altri articoli che egli allega al suo lavoro:
  1. l'opinione del “Consiglio dei Costruttori di Grattacieli”, un'organizzazione che riunisce i progettisti di grattacieli nel mondo, i quali puntano invece il dito sull'effetto del calore sulla resistenza dell'acciaio (link);
  2. l'opinione del “Consiglio Nazionale delle Associazioni degli Ingegneri Strutturali”, che individua la causa nell'indebolimento dell'acciaio per effetto del calore (link).
Come si vede, continuamo a parlare di migliaia, se non decine di migliaia, dei massimi esperti nel mondo di ingegneria strutturale e grattacieli, nessuno dei quali ha intravisto la benchè minima traccia di demolizione controllata...


Studio di Lu Xinzheng e Jjang Janjing, Dipartimento di Ingegneria Civile, Università Tsinghua di Beijing (Cina) 2002 (link)


Come è noto, la Cina è un altro paese sotto controllo della CIA, in fin dei conti basta togliere una enne, no?

Sta di fatto che anche gli ingegneri cinesi si sono prodigati per dare una propria ricostruzione al collasso del WTC, con una simulazione computerizzata molto interessante.

Anche loro attribuiscono la causa principale del collasso all'indebolimento dell'acciaio dovuto al calore.

Purtroppo per i cospirazionisti, non si sono accorti di alcuna demolizione controllata.


McGraw Hill Construction - Commento allo studio ingegneristico della Weidlinger Associates Inc. - 2002 (link)


Una importante società di costruzioni riporta e commenta lo studio della Weidlinger sul collasso delle Twin Towers.

Lo studio è un lavoro commissionato dal noto Silverstein nell'ambito della sua battaglia legale contro le società assicuratrici del WTC. Ovviamente Silverstein può avere mille interessi a commissionare uno studio del genere, che peraltro punta il dito sui danni strutturali subiti in seguito all'impatto, più che sul calore degli incendi.

Ma la cosa importante da sottolineare non è il rapporto in sé, quanto il fatto che la società che lo cita, la McGraw Hill, società leader nel settore dell'ingegneria e delle costruzioni, che gestisce anche il prestigioso portale informativo del settore Engineering News Record (ENR.com) non parla di demolizioni controllate.

Ma non è finita...


Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Sydney (Australia) (link) (link)


L'autore, Tim Wilkinson, ingegnere civile, autore di numerosi studi e ricerche in materie ingegneristiche con particolare riguardo alle strutture in acciaio, analizza i collassi e conclude che la causa è la combinazione di danni strutturali e calore da incendi.

Wilkinson, il cui lavoro è aggiornato al 2006, risponde anche alle osservazioni sulle demolizioni controllate (e le esclude categoricamente) e sui tempi di caduta degli edifici (e li spiega).

Per non parlare del portale "I Civil Engineer", che dedica una sezione al WTC, alle cause del collasso, alle problematiche ingegneristiche connesse e agli studi in corso in tutto il mondo ingegneristico.

Demolizioni controllate? No, niente... anche qui è arrivata la CIA...

E che dire del famosissimo MIT (Massachusetts Institute of Technology) e del suo Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, che analizza i collassi, le ragioni per cui le Torri sono venute giù in quel modo, ecc.... ?
O vogliamo parlare degli studi (con foto davvero interessanti) del Professor Abolhassan Astaneh, docente presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università di Berkeley, esperto mondiale di strutture in acciaio, che ha esaminato i collassi ed i rottami del WTC, ed i cui lavori sono stati presentati presso la 9a Conferenza Araba di Ingegneria Strutturale in Abu Dhabi nel 2003? (link) (link)

O, tanto per spostarci nella vecchia Inghilterra, vogliamo parlare delle ricerche dell'Università di Edinburgo, Istituto per le Infrastrutture e l'Ambiente, Scuola di Ingegneria ed Elettronica?

Dobbiamo andare avanti? Io direi proprio che basta così...

2006/07/17

Le Torri erano progettate per reggere un impatto aereo?

di Hammer

Tra i presunti misteri riguardanti gli attentati dell 11/9 c'è il fatto che, come è noto, i progetti originari del World Trade Center prevedevano che le Torri fossero in grado di sopravvivere allo schianto di un'aereo. La storia insegna, e siccome qualche decennio prima il palazzo-simbolo della Grande Mela, l'Empire State Building, fu centrato da un bombardiere, le Torri Gemelle furono davvero progettate per sopportare indenni lo schianto di un velivolo.

Eppure fu proprio lo schianto di un velivolo a causarne il crollo.

Da un analisi attenta, questa apparente assurdità non stupisce più di tanto. Il progetto originale del World Trade Center non prevedeva, infatti, lo schianto volontario ad alta velocità e con pieno carico di carburante. Proprio perchè la storia insegna lo scenario previsto era analogo a quello dell'impatto contro l'ESB; ovvero fu considerata l'ipotesi di un velivolo in fase di atterraggio che impattasse contro le Torri, magari a causa della nebbia, involontariamente. Tutto ciò è confermato dai rapporti FEMA e dalla dichiarazione rilasciata da Leslie Robertson (l'ingegnere la cui società progettò le Torri) sul proprio sito web.

Lo scenario peggiore previsto era l'impatto di un Boeing 707 (aereo comunque di massa minore rispetto al 767) a circa 320 kmh e con poco carburante.
A tal proposito, uno degli aspetti importanti nel confronto tra quanto previsto e quanto accaduto è la differenza della velocità di impatto (l'energia cinetica dissipata negli urti cresce quadraticamente al crescere della velocità) e negli attentati dell 11/9 la velocità fu più che doppia rispetto a quella prevista dal progetto.

La stessa dichiarazione di Robertson citata in precedenza ci informa anche che non erano state correttamente considerate le conseguenze dell'incendio causato dal carburante dell'aereo. La progettazione del sistema antincendio non aveva previsto, e non avrebbe nemmeno potuto, la vastita delle fiamme causate dal kerosene in quanto, come confermato da un'altra dichiarazione di Robertson rilasciata alla rivista "The New Yorker", era impossibile valutare quali sarebbero stati gli effetti ignei dello schianto aereo.

E importante, in ultimo, considerare che quando le Torri furono progettate i sistemi di simulazione non erano precisi e rigorosi come quelli odierni. Non esiste, infatti, nessuna garanzia che le Torri avrebbero retto davvero nemmeno nello scenario previsto.

Ancora una volta le teorie di complotto si basano su affermazioni incomplete e fuori contesto; ma almeno questa indagine ci aiuta a ricordare che lo scempio di quella mattina superò anche le più nere previsioni.

2006/07/16

Pentagono e sgabelli "impossibili"

di Paolo Attivissimo. Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Uno dei tanti pseudomisteri dell'impatto al Pentagono segnalati dai complottisti è la presenza di oggetti assolutamente intatti, né bruciati né spostati, nella zona d'impatto. In particolare, si soffermano spesso su uno sgabello (più precisamente un leggio) che si vede nelle foto ed è perfettamente integro. Addirittura il libro che regge è ancora al suo posto. Come è possibile che un Boeing 757 sia passato di lì?

Mazzucco si occupa dello sgabello impossibile in Inganno globale, a 26:10 circa. Questo è un fotogramma tratto dal suo film:



E questa è un'inquadratura più ampia della stessa zona, sempre tratta da Inganno globale (lo sgabello è in basso al centro):


In realtà non c'è nulla di misterioso: basta conoscere la dinamica degli eventi. Lo sgabello si trova al terzo piano (lo si nota contando i piani del Pentagono, che sono cinque) e in una parte dell'edificio che è stata esposta dopo il crollo e non è stata colpita dall'impatto, e quindi non ha subito urti.

L'aereo è entrato fra il piano terra e il primo piano e ha tranciato numerose colonne di supporto: la mancanza di sostegno ha successivamente indotto il crollo di una fetta di edificio. L'edificio si è aperto lungo i giunti di espansione, lasciando una sezione abbastanza regolare, come se fosse stato tagliato con un coltello. E' soltanto a questo punto che lo sgabello ha visto la luce.

E' un fenomeno che si nota benissimo nei crolli parziali degli edifici dovuti a frane, incidenti o demolizioni: nonostante l'evento sia violento, gli oggetti nelle camere aperte dal crollo hanno un'aria surrealmente intatta.

Per esempio, la foto qui sotto, tratta da Capitolmuseum.ca.gov, mostra una casa sventrata dal terremoto di San Francisco del 1906: ci sono ancora i mobili intatti e i quadri alle pareti, eppure la casa è stata appena colpita da un terremoto devastante.



Ci sono molte altre foto di questo genere, assai più recenti, anche nelle cronache dei disastri nostrani. Questa, per esempio, mostra un crollo avvenuto a Milano, in viale Monza.



L'edificio ha subito danni ingentissimi, eppure lo specchio del mobile all'ultimo è rimasto intatto. Un esempio piuttosto lampante del concetto che uno sgabello intatto non implica alcun mistero.

Ringrazio verduz per aver trovato la foto d'epoca in risposta al mio appello per immagini di questo genere pubblicato nelle versioni precedenti di questo articolo.

2006/07/15

Il lampo all'impatto con il World Trade Center

di mother. L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Uno dei primi argomenti dei complottisti, al pari del “pod” (già discusso qui e di cui non parlerò qui), è il lampo che almeno uno dei due aerei fece impattando contro il World Trade Center (WTC). Nato come curiosità e divenuto subito valido argomento per sostenere la presenza di esplosivo in quel punto, inizialmente fu interpretato dai sostenitori delle tesi di complotto come esplosivo sulla punta dell'aereo per sfondare le colonne del WTC; in seguito fu utilizzato come prova dell'esistenza di esplosivo già presente nel WTC e fatto esplodere parzialmente dall'impatto dell'aereo laddove andò ad urtare.



Luogocomune riguardo al lampo:

A giudicare dal materiale a disposizione, non ci sono elementi sufficienti per sostenere che il primo aereo portasse con sè esplosivi di alcun tipo (o se li aveva, erano in quantità decisamente ridotta), mentre il secondo sembra davvero che ne fosse stracarico.

C'è infatti una notevole differenza fra le due esplosioni. Nel primo caso, 1) questa avviene solo dopo quattro-cinque secondi dall'impatto, 2) non mostra una potenza particolare, e 3) la fiammata che genera è di colore prevalentemente giallognolo: esattamente ciò che ci si aspetterebbe da un incendio provocato dal gasolio*(v. nota) dei serbatoi di un aereo.

Mentre nel secondo caso l'esplosione 1) avviene praticamente in contemporanea con l'impatto, tanto che le fiamme escono dall'edificio addirittura prima delle macerie espulse dalla massa dell'aereo, 2) la potenza dell'esplosione è molto maggiore, e 3) le fiamme tendono più verso il rosso, il che indica la maggiore temperatura che si svilupperebbe appunto con degli esplosivi veri e propri, e non con semplice kerosene.

Questa è la teoria complottista (ne prevedono una sola).

Come esempi utili porto questi tre casi, due video e una serie di immagini. Mi chiedo come possano essere spiegati questi casi secondo una visione complottista dell'evento dell'11/9:
  1. Video di un'auto che corre con i cerchioni che sfregano sull'asfalto.
  2. Il test Sandia: noterete all'impatto al rallentatore il lampo (a dire il vero ce ne sono due, il secondo si verifica quando arriva la cabina di comando).
  3. Le immagini qui sotto, invece, si riferiscono ad un incidente accaduto quando un aereo in atterraggio ha rotto il carrello e si è fermato "di muso".




Vi sono anche altre possibili spiegazioni da verificare.


1. La teoria elettrostatica


Secondo questa teoria, l'aereo carico di particelle ionizzate e di corrente statica nei momenti prima dell'impatto avrebbe scaricato la propria corrente statica in prossimità delle colonne.

I motivi per essere titubanti di fronte a questa teoria sono la presenza di dissipatori di corrente statica, che sono installati sugli aerei per evitare, in presenza di umidità e di temporali, di attirare lampi che potrebbero seriamente danneggiare l'aereo e mettere a repentaglio la vita delle persone.

Tra l'altro, il video postato sopra del test Sandia mostra lo stesso fenomeno con calcestruzzo, che non è un buon conduttore di elettricità come l'acciaio.


2. La teoria dell'esplosivo


Per quanto siano stati bravi i dirottatori (chiunque essi fossero), è difficile immaginare che siano riusciti a mirare proprio lì dove c'era l'esplosivo.

Pensare che le colonne siano state minate interamente di esplosivo in altezza e in larghezza senza che nessuno se ne sia accorto o abbia visto manomissioni del metallo è difficile.

Immaginare che durante l'urto dell'aereo ci sia stata la fiammata (solo per la punta dell'aereo) e non ci sia stata la fiammata per le ali e durante tutti gli urti del crollo del WTC (fiammate di luce) fa notare la vacuità della teoria.

Bisognerebbe poi ritrattare i casi comuni visti sopra come prima detto secondo una visione complottista e presenza di esplosivo.


3. La teoria cinetica


100 tonnellate di aereo lanciate a piena potenza concentrano tutta la propria energia cinetica in un solo punto: alluminio contro acciaio delle Torri. L'energia di rottura dei componenti strutturali, a causa della resilienza, è di molto inferiore a quella prevista per crollo duttile, quindi avanza una buona quantità di energia cinetica, che si concentra in un punto creando una pressione tale da portare al riscaldamento del pezzo fino ad una temperatura di forse 600-700°C, utile per fondere l'alluminio (che così emette un bagliore rosso).

Il test Sandia a riguardo mostra che un'esplosione similare avviene sia nel momento dell'impatto della punta sia nel momento di impatto dell'abitacolo, entrambi a velocità sostenuta.

Da notare che Luogocomune parla di “rosso” come emissione visibile di maggiore intensità. Prendendo lo spettro, invece, ci si accorge che il rosso è l'emissione visibile a più bassa intensità, quasi prossima all'infrarosso (non visibile). Nello spettro, il rosso è seguito dal giallo (all'aumentare della temperatura per un metallo o per la radiazione della frequenza), arrivando poi al blu tipico dei plasmi.


4. La teoria dell'alluminio polverizzato


Questa teoria prevede che l'alluminio che costituisce il ricoprimento dell'aereo, arrivando a urtare, si polverizzi, reagendo e creando il bagliore.

L'alluminio ha la capacità di reagire con ossidi di altri metalli, creando reazioni molto violente. Un tipico esempio è la termite.

La reazione fra polvere di alluminio ed ossigeno libero non è possibile e di certo i materiali in gioco (colonne e muso dell'aereo) non presentavano ossidi né di ferro né di rame.

Viene quindi smentita la possibilità della reazione chimica.


5. La teoria sulle componenti elettriche


Presumibilmente l'alimentazione del velivolo è in corrente continua, mentre l'antenna degli aerei funziona con dipoli di corrente alternata. Da qualche parte dovrebbe essere ubicata una batteria di alimentazione.

Altri elementi, oltre alle batterie, che potrebbero esplodere in caso di forte urto possono essere eventuali bombole di ossigeno per i piloti e bombole di sostanze antincendio per spegnere disastrosi corti circuiti.

Quest'ultima teoria, che spiegherebbe come mai sia per i Boeing che per il test Sandia avviene l'effetto esplosione, richiede il parere di un costruttore di aerei che possa chiarire quali componenti sono presenti nel muso di questi velivoli.