2010/07/21

Bin Laden sconosciuto prima dell'11/9? Era già sui giornali per il G8 di Genova nel 2001

di Paolo Attivissimo, con il contributo di ZeusBlue

Per tutti i cospirazionisti dalla memoria corta che sostengono che Osama bin Laden e al-Qaeda fossero perfetti sconosciuti prima dell'11 settembre 2001, ecco una piccola dose di fosforo offerta dagli archivi del Corriere della Sera. Il giornale, che ho visto e fotografato personalmente il 3 luglio 2010, è datato 20 giugno 2001 e descrive le minacce di Osama bin Laden in occasione del contestato summit G8 a Genova.

L'immagine qui sotto è in bianco e nero per esaltarne il contrasto e la leggibilità. Chi avesse dubbi sulla sua autenticità può verificarne la presenza nella rassegna stampa della Camera dei Deputati italiana (prima pagina; articolo).


Il Corriere del 20 giugno 2001 segnala, in un articolo di Guido Olimpio, che l'allarme arriva non dagli Stati Uniti, ma da fonti russe: "'Prendiamo sul serio le minacce raccolte' ha infatti aggiunto il generale Murov. Tanto che insieme all'appello a stare in guardia, trasmesso a tutti i servizi amici, è partito un team di agenti segreti russi diretti nel capoluogo ligure... I russi temono azioni spettacolari degli estremisti ceceni, da tempo legati ad 'Al Qaida', l'organizzazione di Osama Bin Laden...".

Se al-Qaeda e Osama bin Laden sono fantocci inventati, come sostengono i complottisti, come mai i russi li segnalarono come pericoli reali? Fanno forse parte anche loro del Grande Complotto? Magari qualcuno esperto in affari russi, qualcuno che ha passato molto tempo in Russia come corrispondente, saprà spiegarlo.

2010/07/14

Tom Sullivan e i demolitori demoliti

di Brain_Use e Hammer

Nel luglio del 2010 il sito del gruppo "Architects and Engineers for 9/11 Truth" ha pubblicato un articolo che riporta il parere di un sedicente professionista delle demolizioni controllate, il quale sostiene che le Torri Gemelle e l'edificio 7 del World Trade Center furono demoliti con cariche da taglio esplosive RDX innescate da detonatori wireless. Il nome del professionista in questione è Tom Sullivan, ex dipendente della Controlled Demolition Inc.

La prima considerazione che viene spontanea è che il mondo del complottismo ha cambiato tesi per l'ennesima volta. Infatti le versioni alternative più recenti proposte dai complottisti (per esempio Steven Jones e Niels Harrit) riguardavano nanotermite applicata alle colonne del World Trade Center con dei pennelli, mentre questa volta si tratta di cariche in grado di fare crollare palazzi senza lasciare alcuna traccia.

È naturale chiedersi come i cosidetti "truthers" sperino di essere presi sul serio da qualcuno se cambiano teoria ogni pochi mesi e se ogni volta le loro teorie non sono supportate da prove, ma facciamo comunque lo sforzo di entrare nel dettaglio di quanto dice Tom Sullivan per verificare se ci sia qualcosa di meritevole.

Stupisce anzitutto che Sullivan tragga le proprie conclusioni solo sulla base dei video dei crolli, cioè senza avere operato alcuna analisi sulla macerie, e che citi come argomento a proprio favore l'effetto degli esplosivi nei film d'azione ("Guardate in qualsiasi film d'azione", dice testualmente, come vedremo). Ma i siti complottisti italiani, come MegaChip e Antimafia Duemila, sembrano non aver fatto nemmeno queste semplici considerazioni, dal momento che hanno pubblicato una traduzione dell'articolo di AE911Truth in modo del tutto acritico.



Chi è Tom Sullivan

Chiariamo innanzitutto che nell'intervista concessa ad AE911Truth, Sullivan precisa immediatamente che "In nessun caso mi presento come portavoce per il CDI, e quello che ho da dire lo dico per esperienza e formazione personale". La Controlled Demolition Inc. infatti ha espresso tutt'altra posizione, come vedremo in seguito.

È interessante dunque qualificare la sua esperienza e formazione personale. Sappiamo già dall'intervista che Sullivan ha lavorato per la Controlled Demolition Inc. Ma in che ruolo? L'articolo di AE911Truth ce lo presenta come fotografo prima e come impiegato nella collocazione delle "cariche da taglio" poi.

Come referenza ci viene presentato il suo biglietto da visita per la Controlled Demolition Inc. dal quale risulta appunto la sua funzione aziendale: "Staff Photographer". Ad integrazione di tale ruolo, evidentemente insufficiente a qualificarsi come "Esperto di demolizioni", Sullivan ci presenta il suo certificato di abilitazione al ruolo di "Powder Carrier" rilasciato dal FDNY, il New York City Fire Department, i Vigili del Fuoco di New York.

Ma cosa fa un "Powder Carrier" nell'ambito delle demolizioni controllate? Ci viene in aiuto proprio il FDNY, che spiega nel documento Materiale di studio per l'esame per il Certificato di idoneità per POWDER CARRIER:

The Powder Carrier is essentially an apprentice Blaster, assisting the Blaster with loading: (preparing primer cartridges and charges, wiring / hookup, setting off the shots) and paperwork, such as recording quantities of explosives used and shot times

Il Powder Carrier è essenzialmente un Apprendista demolitore, che aiuta il Demolitore nella preparazione della carica (preparazione delle cartucce di innesco e delle cariche, collegamento dei cavi, attivazione dell'esplosione) e nel lavoro d'ufficio, registrazione delle quantità di esplosivo impiegate e dei tempi di brillamento.

Notiamo per inciso che la sua licenza di apprendista rilasciata dal NYC Fire Department è del 9 luglio 2001 – appena due mesi prima dell'11 settembre – eppure questo non gli impedisce di affermare che "sin dal primo giorno sapeva che la distruzione del World Trade Center 7 durante l’11 settembre era una classica implosione controllata". Vien da chiedersi, fra l'altro, perché abbia taciuto per nove anni.

Nonostante l'esame della documentazione riportata da Sullivan chiarisca bene il livello di competenza effettivo dell'ennesimo "Esperto di demolizioni" presentato dai siti cospirazionisti, non è certo nostra intenzione introdurre un argomento ad hominem, giacché le fallacie contenute nelle affermazioni di Sullivan riportate da AE911Truth sono di tale entità che sono le sue stesse dichiarazioni a sbugiardare la tesi di partenza della presunta demolizione controllata, come vedremo ora.



Come stanno in realtà le cose

Una delle prime affermazioni di Sullivan (per l'italiano abbiamo impiegato direttamente la traduzione di Megachip) è che

once you gain access to the elevator shafts…then a team of expert loaders would have hidden access to the core columns and beams. The rest can be accomplished with just the right kind of explosives for the job. Thermite can be used as well.

una volta ottenuto l’accesso alle condutture degli ascensori ... allora un team di esperti di esplosivi avrebbe potuto accedere di soppiatto alle colonne e travi all’interno. Il resto verrebbe compiuto semplicemente con il giusto tipo di esplosivi per l’opera. Si può usare bene la termite.

Nota: la traduzione di Megachip è errata nell'ultima frase: "Thermite can be used as well" non vuol dire "si può usare bene la termite", ma "si può usare anche la termite".

Non è chiaro come questa presunta semplicità di collocazione delle cariche esplosive si possa conciliare con quanto poco prima aveva affermato lui stesso a proposito dei lavori di entità molto più modesta che aveva avuto modo di seguire lavorando con Controlled Demolition Inc.:

the days began early, around 6 a.m., and they would work until the sun was down

many weeks are required to “prep,” or weaken the buildings before demolitions

la giornata di lavoro iniziava presto, intorno alle 6 del mattino, e si lavorava fino al tramonto

la preparazione richiede diverse settimane per "indebolire" gli edifici prima delle demolizioni

Quest'ultima affermazione invece è perfettamente coerente con quanto affermano i veri esperti di demolizioni; addirittura Danny Jowenko si è spinto ad ipotizzare almeno un anno di lavori intensivi per poter ipotizzare una demolizione controllata al WTC.

Inoltre, se le ipotetiche cariche esplosive fossero state davvero collocate sulle colonne centrali come dice Sullivan, queste colonne sarebbero state le prime a cedere, trascinando con loro il resto dell'edificio. Ma la documentazione fotografica dei crolli mostra esattamente il contrario: le colonne centrali furono l'ultima parte a crollare, tanto che rimasero brevemente in piedi dopo che il resto delle Torri Gemelle era precipitato al suolo.

Notiamo anche, tra l'altro, come già in questa dichiarazione preliminare sia stata introdotta la consueta confusione esplosivo/termite a disposizione dei prossimi sviluppi della tesi cospirazionista.

Un secondo punto affrontato dall'articolo di AE911Truth è la mancanza assoluta di ritrovamenti fra i detriti delle Twin Towers di resti di cavi per le detonazioni (come quelli gialli nell'immagine a fianco, demolizione del Philadelphia Civic Center) e di involucri per cariche di taglio.

Sullivan, interrogato in proposito, nota:

Remote wireless detonators have been available for years. Look at any action movie -- and of course the military has them. The reason most contractors don’t use them is that they are too expensive -- but in a project with a huge budget it would be no problem.

I detonatori telecomandati senza fili esistono da anni. Guardate in qualsiasi film d'azione. E, naturalmente, i militari li hanno. Il motivo per cui la maggior parte dei fornitori del servizio non li adopera è perché sono molto costosi, ma in un progetto con un grandissimo budget non ci sarebbe alcun problema.

Crediamo non occorrano commenti alla prima affermazione che dimostra, se non altro, che Sullivan conosce bene la serie cinematografica di Die Hard.

In effetti esistono due tipologie di impiego dei detonatori senza fili: quelle militari e quelle civili nelle cave di ghiaia e di pietra. Si tratta in entrambi i casi di tipologie di impiego ben diverse rispetto ad una demolizione controllata e che presuppongono un modesto numero di cariche esplosive simultanee, nessun problema di sincronia e la verifica preliminare dell'assenza di segnali di interferenza. Inoltre non escludono affatto l'esigenza di impiego di cavi per detonatori, ma permettono semplicemente di eliminare la sola connessione fisica fra il dispositivo di innesco e il comando remoto.

Dunque, se Sullivan avesse ragione e un dispositivo wireless fosse stato impiegato per il segnale di innesco delle presunte cariche, si sarebbero dovuti ritrovare tra le macerie non solo i consueti resti di cavi per detonatori, ma in aggiunta ad essi, anche innumerevoli resti di ricevitori wireless.

Nell'articolo viene quindi mostrata una immagine esemplificativa di questi "sistemi di detonazione moderni senza fili come quello prodotto da HiEX" (cit.), che dovrebbe corroborare le affermazioni di Sullivan ma che in realtà finisce col confermare quanto abbiamo appena sottolineato. Si tratta infatti dello HiEx Teleblaster II, di cui è possibile trovare le specifiche sul sito del produttore. Si scopre così che si tratta di un sistema usato appunto per il brillamento delle cariche nelle cave e non nelle demolizioni. Da nessuna parte nel sito del produttore inoltre si sostiene che esso possa in alcun modo sostituire i cavi per detonatori.

C'è un ulteriore problema che Sullivan ignora relativo all'uso dei dispositivi wireless: quello delle interferenze elettriche. I detonatori radio sono infatti molto sensibili alle interferenze provenienti da cellulari, reti wireless, computer, per non citare l'enorme antenna della Torre Nord: decisamente una zona inadatta all'impiego di detonatori senza fili.

In ultimo la teoria di Sullivan non considera quanto siano problematiche le trasmissioni radio all'interno di strutture d'acciaio. Proprio l'11 settembre tale difficoltà fu riscontrata da pompieri e polizia le cui radio non funzionarono a dovere nelle scale delle due Torri. Secondo Sullivan, l'esplosivo sarebbe stato piazzato sulle colonne del core, dove la difficoltà delle comunicazioni è ancora maggiore di quanto sia sulle scale proprio perché le colonne si trovano più all'interno.

Prosegue poi Sullivan:

As for the casings -- everyone in the industry, including Blanchard, would know that RDX explosive cutter charges are completely consumed when they go off -- nothing is left.

Stesso discorso per gli involucri: tutti, in questo settore, compreso Blanchard, dovrebbero ben sapere che le cariche da taglio esplosive RDX, una volta esplose, vanno completamente distrutte, non rimane nulla.

È importante notare che non è affatto vero che gli involucri per cariche da taglio vengano completamente distrutti dalle esplosioni, come ci ricordano i veri demolitori (si vedano per esempio i resti di cariche da taglio dopo la demolizione del Philadelphia Civic Center nell'immagine a fianco).

And in the case of Thermite cutter charges, that may also be the case. Thermite self-consuming cutter charge casings have been around since first patented back in 1984.

E nel caso delle cariche da taglio con la termite, è la stessa cosa. Gli involucri per cariche da taglio alla termite che si auto-consumano sono sulla piazza sin dal loro primo brevetto nel 1984.

A supporto di quest'ultima affermazione viene riportata l'immagine di un presunto brevetto del 1984 di un involucro per cariche da taglio alla termite che si auto-consuma e che non lascerebbe altra traccia che del "molten iron" (sic), ossia "ferro fuso".

Peccato che il brevetto in questione sia riferito in realtà a un "Sistema di ignizione che utilizza un piccolo nocciolo di termite per innescare la carica principale di un razzo o altro genere di propulsore", come si legge nell'originale del brevetto.

La descrizione del dispositivo specifica anche le sue dimensioni ("1/4″ x 3/8″ with an opening of about 1/32″"), evidentemente incompatibili con la descrizione che ne fa AE911Truth (e praticamente tutti i siti complottisti nostrani al seguito).

Nella parte finale dell'articolo, le affermazioni di Sullivan diventano le solite già sentite più volte e che si possono riassumere in questi punti: il crollo del WTC7 somiglia proprio ad una demolizione controllata (e chi ha mai detto il contrario? Somiglia, come dice lo stesso Jowenko nella prima parte di questa intervista, prima che gli vengano rivelate le condizioni effettive dell'edificio), il medesimo WTC7 potrebbe essere stato demolito minando solo i piani più bassi, le demolizioni controllate producono pochi danni collaterali e il botto dell'esplosione non sarebbe stato unico ma una serie di esplosioni più ridotte per culminare nella più classica prova cospirazionista:

I knew it was an explosive event as soon as I saw it, there was no question in my mind

Sapevo che era un evento legato all’uso di esplosivi non appena l'ho visto, non avevo il minimo dubbio

In altre parole, secondo lui non si sarebbero dovuti udire i botti delle esplosioni (quelli che non si sentono qui, ad esempio...) e le conclusioni del NIST e degli innumerevoli esperti di demolizione che non hanno trovato traccia di demolizioni negli edifici del wtc non contano perché lui ha visto. Tipico.

C'è un'ultima affermazione di Sullivan che vale la pena di sottolineare:

Fire cannot bring down steel-framed high rises -- period.

Gli incendi non possono radere al suolo edifici di grande altezza con struttura in acciaio. Punto.

Davvero? Ecco qualche esempio di edificio con struttura in acciaio abbattuto da un incendio. Vedremo più avanti cosa ne pensano ingegneri strutturisti e demolitori.



Truthers vs. truthers

Tutti questi errori, omissioni e vere e proprie manipolazioni, come quelle del brevetto e dei dispositivi wireless, non erano poi così difficili da rilevare. Tant'è che, a differenza delle varie grancasse nostrane (da Megachip a Pino Cabras) che si sono limitate a tradurre senza alcun senso critico l'articolo di AE911Truth, oltreoceano fra gli stessi complottisti c'è chi ha notato l'inconsistenza delle tesi di Sullivan.

Infatti un blog statunitense appartenente alla categoria dei Truthers, quello di Scott Creighton, sostenitore acceso della tesi delle demolizioni controllate, dedica due articoli a quello che secondo lui si dimostra:

part of a willful and deliberate act to undermine the credibility of AE911Truth

parte di un atto volontario e deliberato di screditare AE911Truth

Creighton si riferisce specificamente all'articolo contenente l'intervista a Sullivan. In "The Poorly Scripted Cognitive Infiltration of AE911Truth and Tom Sullivan’s Lies of Omission", Creighton prende per buone le affermazioni di Sullivan a proposito della sua qualifica ma smonta gran parte delle tesi presentate, mentre in "Major Problems with Tom Sullivan’s AE911Truth “Interview" addirittura si spinge ad affermare che:

There are major problems with this story that can only be explained by deliberate deceit.

Ci sono delle problematiche importanti in questa vicenda che si possono spiegare solo con un inganno volontario.

Per esempio, è il medesimo Creighton a dimostrare che il brevetto del 1984 mostrato da AE911Truth come relativo a un "involucro per cariche da taglio alla termite che si auto-consuma" è in realtà tutt'altro. Creighton nota giustamente che il brevetto è stato evidentemente letto ed utilizzato da AE911Truth per riprodurlo con una operazione di copia e incolla di due diverse parti, ma la descrizione del dispositivo è stata del tutto rimaneggiata e le sue dimensioni ignorate fino ad arrivare a una

deliberate manipulation of the source material to support the claim of Tom Sullivan that “thermite cutter charges” existed as early as 1984 and that they had “self-consuming casings” which would explain why they were not discovered in the debris at Ground Zero.

manipolazione intenzionale del materiale originario per supportare le affermazioni di Tom Sullivan che le "cariche da taglio alla termite" esistevano già dal 1984 e che c'erano degli "involucri che si auto-consumano", che spiegherebbero perché non ne furono trovati nei detriti di Ground Zero

In realtà Creighton tende a giustificare Sullivan ipotizzando che le manipolazioni siano state fatte da AE911Truth in seguito, ma in effetti poco importa chi abbia manipolato immagini e informazioni: il risultato finale è che le ennesime rivelazioni provenienti dal mondo del cospirazionismo si sono dimostrate, come al solito, completamente inconsistenti.

La sua conclusione:

This kind of behavior is completely unprofessional and AE911Truth must produce a retraction as quickly as possible. Not only is the article being reposted on almost every single Truth site, but the admins have emailed it out to thousands of AE members who will certainly pick up on this… as will our debunkers I am sure.

Questo tipo di comportamento è del tutto privo di professionalità e AE911Truth deve produrre una ritrattazione il più in fretta possibile. Non solo l'articolo è stato ripubblicato praticamente in ogni singolo sito complottista, ma gli amministratori l'hanno inviato per email a migliaia di membri di AE che certamente lo criticheranno... così come faranno i nostri debunker, ne sono certo.

In effetti, innumerevoli debunker oltreoceano hanno già notato l'inconsistenza delle tesi di Sullivan, così come stiamo facendo noi ora. Sul fronte cospirazionista però, pare che ai sostenitori del complotto interessi più copia incollare qualsiasi castroneria supporti anche solo apparentemente le loro tesi che investigare davvero la verità.

Dopo questa ennesima figura barbina di AE911Truth, a noi sembra non sia rimasto poi granché da "screditare", visto che in 9 anni di ricerca questo è il massimo che AE911Truth sia riuscito a produrre.

Ed è quasi un peccato che Creighton, che si dimostra buon debunker, non abbia tratto quest'ultima conclusione, che cioè dietro al cospirazionismo undicisettembrino non ci sia altro che il tentativo di vendere libercoli e vuote conferenze per un pubblico poco attento, come quelle che attendono ora Tom Sullivan.



Cosa dicono i veri esperti di demolizioni

Contrariamente a quanto sostenuto da Tom Sullivan, i veri professionisti delle demolizioni controllate hanno sempre escluso la possibilità che le Torri Gemelle siano state demolite con esplosivo.

Come riportato nel libro "Debunking 9/11 Myths" edito dalla rivista Popular Mechanics (di cui esiste una traduzione in italiano curata da Undicisettembre intitolata "11 settembre: i miti da smontare"), Mark Loizeaux, presidente della Controlled Demolition Inc., ha sostenuto che non esiste modo di demolire edifici così grandi con esplosivo.

Le cariche necessarie peserebbero ciascuna centinaia di chili e quindi non sarebbe possibile portarle a mano dentro ai palazzi. Inoltre le cariche esplosive più grandi che siano disponibili attualmente sono in grado di tagliare l'acciaio fino allo spessore di 3 pollici (7,6 cm). Lo spessore delle colonne delle Torri Gemelle era invece di 14 pollici (35 cm). Ciò nonostante, sempre secondo Loizeaux, anche se esistessero cariche esplosive adatte, una squadra di 75 uomini avrebbe impiegato due mesi, avendo libero accesso ai tre palazzi, per rimuovere le protezioni antincendio e piazzare le cariche e i cavi di innesco. Il commento finale di Loizeaux è lapidario: "There's just no way to do it".

Anche il più grande esperto italiani di demolizioni con esplosivi, Danilo Coppe, escluse la possibilità di una demolizione controllata. In un'intervista rilasciata a ADNKronos-IGN, Coppe dichiarò che:

La tesi è stata costruita in modo interessante e accattivante. Devo dire che guardando questi documentari pro-complotto, io stesso li ho reputati costruiti bene e queste teorie convincenti. In realtà non sono suffragate da nessun elemento tecnico, ma al contrario ne esistono tanti a dimostrazione esattamente del contrario.

La struttura architettonica delle Twin Towers era a travi reticolari, quindi delle strutture particolari molto agili, molto snelle, che però purtroppo, se compromesse in modo radicale, determinano quello che si chiama poi "collasso progressivo", che è quello che ha determinato un crollo simile, assimilabile a quella di una demolizione controllata.

In effetti non è tanto il crollo delle Twin Towers che assomiglia a una demolizione controllata, ma la demolizione controllata ricrea le condizioni uguali a quelle che hanno determinato il crollo delle Twin Towers.

L'esperto olandese Danny Jowenko, intervistato dal programma televisivo "Zembla", ha escluso la possibilità di una demolizione con esplosivi dichiarando:

Non possono essere stati esplosivi, perché c'era un incendio enorme. Se ci fossero stati esplosivi, sarebbero già bruciati. Oltretutto, prima di bruciarsi, i loro detonatori si sarebbero attivati a 320 °C, per cui sarebbero esplosi prima.

Jowenko ha aggiunto che ci sarebbe voluto un anno a predisporre le Torri Gemelle per la demolizione. L'intera trascrizione della sua dichiarazione si trova qui.

Brent Blanchard, specialista in demolizioni della Protec Documentation Services, Inc. e senior editor di Implosionworld.com, ha redatto un documento in cui analizza il crollo dei tre edifici del World Trade Center ed esclude categoricamente che si tratti di una demolizione controllata.

In sintesi, Blanchard sostiene che il crollo delle Twin Towers non fu per nulla simile a una demolizione controllata, in quanto non cominciò alla base dei due edifici ma dal punto di impatto dei due aeromobili. Pertanto sarebbe stato necessario piazzare l'esplosivo esattamente nel punto dove l'aereo avrebbe impattato, oppure sarebbe stato necessario piazzarlo dopo l'impatto in meno di due ore. Entrambi gli scenari sono, sempre secondo Blanchard, impossibili da realizzare.



Conclusione

L'uscita di Tom Sullivan, a cui molti complottisti hanno dato credito senza porsi nessuna domanda, non è che l'ennesima panzana che il mondo del complottismo tenta di rifilare ai suoi lettori.
  • A Sullivan sono state attribuite competenze che in realtà non ha: non è un esperto di demolizioni, ma un fotografo che aveva maneggiato esplosivi come apprendista per qualche mese all'epoca degli attentati dell'11 settembre.

  • La sua tesi contraddice le tesi precedenti dei sostenitori del complotto.

  • Secondo la sua tesi, sarebbero state minate le colonne centrali, ma le fotografie dimostrano che queste colonne furono invece le ultime a crollare.

  • Lui stesso dichiara che le demolizioni vanno preparate indebolendo la struttura, ma di questo lavoro preliminare di indebolimento non c'è alcuna traccia.

  • Il brevetto che viene presentato a supporto delle sue tesi parla di piccoli accenditori per motori a razzo, non di detonatori per esplosivi.

  • Sullivan sostiene che non furono trovate tracce dei detonatori perché furono usati sistemi radiocomandati, ma un sistema radiocomandato ha bisogno di ricevitori che sarebbero rimasti fra le macerie, ed è oltretutto sensibilissimo a disturbi radio.

  • L'esempio di radiocomando citato da Sullivan è un modello per uso nelle cave, dove è possibile eliminare i disturbi radio, non per le demolizioni in città, dove i disturbi radio potrebbero causare detonazioni premature o impedire la corretta sequenza di scoppio

  • I veri esperti di demolizioni controllate concordano che i crolli delle Torri Gemelle e del WTC7 non hanno le caratteristiche fondamentali di una demolizione controllata, anche se agli occhi di un profano possono richiamarle.


La panzana è, ancora una volta, a pagamento se (come indicato nel video dell'intervista a Sullivan) uscirà davvero un DVD che sosterrà questa nuova teoria. Come sappiamo bene da anni, i complottisti sono bravi a sostenere economicamente gente senza scrupoli che infanga la memoria di quasi 3000 vittime con menzogne prezzolate.

2010/07/05

World Trade Center: intervista a un ufficiale di polizia di New York

di Hammer. L'originale inglese di questa intervista è disponibile qui.

In seguito all'11 settembre, i lavori di sgombero e salvataggio impiegarono le forze dell'ordine, i vigili del fuoco e i volontari che si misero a disposizione per lunghi mesi di duro lavoro. Di queste fasi si conosce poco, in quanto i media generalisti dedicarono poco spazio al racconto di queste fasi cruciali.

Per colmare questa lacuna, Undicisettembre propone l'intervista a un ufficiale della Polizia di New York, che ha cortesemente accettato la nostra proposta di rispondere ad alcune domande. L'ufficiale da noi intervistato si chiama Jacqueline Padilla Curcio (citata con il suo permesso) ed è la moglie del pompiere Lenny Curcio da noi intervistato nello scorso mese di febbraio.

Questo racconto personale e toccante contribuisce in modo significativo a smentire vari deliri complottisti, come quelli che vorrebbero che le colonne tagliate ad angolo visibili in alcune fotografie (come quella qui accanto) sarebbero la prova del piazzamento di esplosivi o di altre sostanze distruttive all'interno delle Torri Gemelle.

Ringraziamo Jacqueline Padilla Curcio per la sua cortesia e disponibilità.

Undicisettembre: Cosa ricordi, in generale, della tua esperienza dopo l'11/9? Puoi farcene un breve racconto?

Jacqueline Padilla Curcio: L'11/9/2001 ero a casa e sono stata "mobilitata" dal New York Police Department per entrare in servizio alla stazione a cui appartenevo. Ero assegnata da molti anni agli Affari Sociali (Community Affairs) e venivo impiegata per fornire assistenza ai vari incarichi. Il 12/9 fui assegnata al sito del WTC per fare da tramite per i rapporti fra le agenzie e per le assegnazioni di responsabilità e dispiegamento.

Rimasi a Ground Zero per quattro settimane, talvolta aiutando nei lavoro di sgombero e salvataggio. A quel tempo e per i tre mesi successivi fui assegnata ad una struttura temporanea su un molo vicino alla West Side Highway, a nord di Ground Zero, per aiutare a gestire le migliaia di familiari delle vittime del WTC, sia civili che non civili.

La struttura temporanea era dotata di tutto il necessario per alleviare la situazione di queste famiglie in lutto. Fu un incarico emotivamente molto impegnativo, che si protrasse fino a poco prima di Natale. Nel corso degli anni abbiamo ricevuto un addestramento continuo e ci è stato fatto ricordare quel giorno. In tutto il materiale video e in tutte le informazioni interne che ci sono state passate come ufficiali sotto giuramento non è mai stato menzionato o discusso che ci fossero complotti riguardanti questo evento devastante. Spero che quest'informazione sia utile.


Undicisettembre: Cosa puoi dirci dei giorni successivi? Cosa faceste e cosa successe dopo l'11/9 mentre lavoravate alla ricerca e al salvataggio?

Jacqueline Padilla Curcio: Fummo mandati a Ground Zero per turni di 12 ore. Molti agenti lavoravano sulla catasta di macerie per effettuare ricerca e salvataggio, ma loro erano stati già addestrati con equipaggiamento specifico. Io dovevo dirigere uno dei tanti centri di comando temporanei che erano stati allestiti lungo il perimetro. Per via della macerie, era fisicamente impossibile raggiungere un altro centro di comando temporaneo senza effettuare lunghe deviazioni. Questa era la ragione per cui c'erano molti centri di comando temporanei.


Undicisettembre: Sei direttamente a conoscenza di qualcuno che sia stato estratto vivo dalle macerie?

Jacqueline Padilla Curcio: No.


Undicisettembre: Tu partecipasti ai soccorsi. Cosa puoi dirci dei soccorritori e del lavoro che stavano facendo?

Jacqueline Padilla Curcio: La polizia, i pompieri e altri volontari equipaggiati lavorarono in un ambiente pericoloso, tossico e carico di stress. Lo fecero nonostante quelle condizioni, per recuperare i resti delle vittime per quelle famiglie addolorate. Sono gli eroi silenziosi.


Undicisettembre: Sentisti raccontare da qualche tuo collega del ritrovamento di rottami o qualunque cosa che provenisse dagli aerei? I primi racconti della stampa sostenevano che grosse parti della cabina di pilotaggio fossero state ritrovate, ma in seguito non se ne seppe più nulla. Sarebbe utile chiarire questo punto.

Jacqueline Padilla Curcio: Non so quali altre prove possano essere portate oltre al racconto di mio marito, ma fu trovato uno strapuntino (jump seat) con un corpo carbonizzato e a quanto pare legato, che si ritiene appartenesse a un assistente di volo.


Undicisettembre: Vedesti questo reperto di persona o ti fu riferito? Scusa la domanda, ma abbiamo visto molti resoconti di questo specifico ritrovamento nei giornali ma mai un racconto di prima mano, e stiamo cercando di autenticare la notizia. Purtroppo ci sono molte voci macabre, diffuse poco dopo l'11/9, che successivamente si sono rivelate dicerie.

Jacqueline Padilla Curcio: Non vidi di persona lo strapuntino. Mio marito me ne parlò perché lui l'aveva visto all'obitorio. Per via della sua esperienza nel ramo investigativo, fu assegnato all'obitorio per due giorni, per documentare le identità e gli effetti personali recuperati dei vigili del fuoco e degli agenti di polizia ritrovati. Mentre era lì, vide personalmente il corpo carbonizzato nello strapuntino che veniva esaminato da un'altra squadra. Dopo aver impostato un sistema di documentazione, fu riassegnato a Ground Zero. Credo che questa sua mansione temporanea ebbe luogo il terzo o quarto giorno, oppure il quarto e il quinto.


Undicisettembre: Cosa puoi dirci delle famiglie delle vittime? Quale fu il loro atteggiamento nei confronti della situazione e del lavoro che stavate facendo?

Jacqueline Padilla Curcio: Le famiglie erano devastate. Non solo dagli orribili eventi, ma anche dalla sensazione di non vedere una conclusione. Attendere mesi per recuperare un brandello di cadavere e celebrare un funerale dopo così tanto tempo sfinì emotivamente le famiglie delle vittime.


Undicisettembre: Cosa pensi delle teorie del complotto che sostengono che l'11/9 fu un "inside job"? La maggior parte di queste teorie sostiene che le Torri furono demolite intenzionalmente con esplosivi; alcune di queste sostengono addirittura che nessun aereo si sia mai schiantato nelle Torri e che i video che lo dimostrano siano fasulli. Qual è la tua opinione?

Jacqueline Padilla Curcio: Chi si è impegnato così tanto a discutere di teorie del complotto sembra avere molto bisogno di attenzione. Anche se sono dotati, questi autori non hanno alcun diritto di mettere in dubbio gli eventi di quel giorno se non erano presenti.

Degli aerei colpirono davvero quegli edifici: è un dato di fatto. Io ho resoconti di prima mano dei servizi di assistenza alle vittime prestati alle famiglie lasciate da coloro che morirono in quegli “aerei immaginari” e nelle Torri. Questo fu tutt'altro che un "inside-job" e, sì, gli aerei si schiantarono davvero contro le Torri del WTC.


Undicisettembre: Cosa pensano i tuoi colleghi di queste teorie del complotto? Sono irritati, indifferenti? Le teorie del complotto sono diffuse tra gli agenti di polizia di New York?

Jacqueline Padilla Curcio: Non ho mai sentito parlare di queste “teorie di complotto” né tra il personale del Dipartimento di Polizia né come civile. Nonostante io abbia avuto accesso a molte informazioni riservate durante quel periodo, non ricordo nessuna discussione riguardante questi complotti.


Undicisettembre: Hai mai incontrato qualche sostentitore delle teorie di complotto e provato a discuterci? Se sì, come è andata e quali sono le tue impressioni su questa gente? Hai trovato una spiegazione del perché queste teorie dell "inside job" sembrano così persistenti?

Jacqueline Padilla Curcio: Non ho mai incontrato nessun sostenitore di tesi di complotto riguardanti il WTC né ho mai discusso l'argomento.


Undicisettembre: Tra i sostenitori delle teorie del complotto si parla molto delle colonne del WTC trovate tagliate diagonalmente. Sostengono che sia un effetto dei presunti esplosivi. Una spiegazione più plausibile è che le colonne furono tagliate durante le operazioni di soccorso per evitare che cadessero sui soccorritori. Vedesti operazioni di taglio di questo genere? Se sì, puoi darci qualche dettaglio (per esempio, quando, dove e chi fece il taglio) per smontare questo mito?

Jacqueline Padilla Curcio: Ho visto molti luoghi dove si erano verificate esplosioni. In quei luoghi non ho mai visto travi tagliate ad angolo. Ciò che posso dire è che, a parte i soccoritori, il più grande contigente di lavoratori sulle macerie erano gli addetti alla lavorazione dei metalli. Queste squadre lavorarono febbrilmente per mesi, tagliando l'acciaio con i cannelli, di solito con tagli inclinati così che la parte tagliata cadesse lontano da loro. Altri tagli orizzontali furono effettuati nei pezzi più grandi d'acciaio mentre erano agganciati a una gru.


Undicisettembre: Non ti chiediamo di violare le norme di riservatezza, ma è corretto presumere che ci siano molte foto dei lavori di ricerca e salvataggio che non sono state rilasciate al pubblico per discrezione e rispetto per le vittime?

Jacqueline Padilla Curcio: Non lo so, personalmente, ma azzeredrei che possa essere andata così dopo che il sito era stato messo in maggiore sicurezza. Nelle prime fasi, foto orribili furono pubblicate ovunque su Internet.


Undicisettembre: Credi che l'inevitabile autocensura verso le immagini più scioccanti dell'11/9 abbia contribuito a fuorviare rispetto alla reale entità della tragedia, rendendo più facile credere alle varie asserzioni di messinscena? Per esempio, molte persone guardano le immagini del WTC e del Pentagono e le trovano irreali in quanto mancano corpi o parti di aereo o effetti personali. Credi che rilasciare alcune queste immagini, come è successo per le vittime del Pentagono durante il processo Moussaoui, metterebbe a tacere i dubbiosi (non i complottisti, ma chi ha dei dubbi) o renderebbe la devastazione dell'11/9 più comprensibile al pubblico?

Jacqueline Padilla Curcio: Non credo che una o più foto possano dare certezze definitive a chi non crede. Questo è successo indiscutibilmente al WTC e al Pentagono. La devastazione e la distruzione che si verificano in collisioni di questa grandezza lasciano intatti ben pochi elementi di prova, che possono sfuggire a occhi inesperti.


Undicisettembre: Se si presentasse l'occasione, saresti disponibile a discutere con un complottista, per esempio in un incontro pubblico o per un documentario?

Jacqueline Padilla Curcio: Per quanto mi piacerebbe farlo, non me la sentirei di dare a un complottista un pulpito dal quale diffondere le sue informazioni carenti e negative. Secondo la mia opinione professionale, si presenterebbero con una ridda di resoconti di persone non qualificate e con carte firmate, mappe e magari anche foto. Tutto questo può essere falso e fuorviante. Il pubblico potrebbe avere da me solo il mio racconto in prima persona, ma la gente sembra nutrirsi di negatività.


Undicisettembre: Questa esperienza come ha cambiato il tuo modo di essere un agente di polizia? Ti ha dato una nuova visione del tuo compito di proteggere la gente e rendere più sicura la tua città?

Jacqueline Padilla Curcio: C'è maggiore attenzione alla sicurezza da quel giorno. L'addestramento tradizionale ha ceduto il passo alla formazione sulla vigilanza antiterrorismo. C'è più responsabilità ed è richiesta vigilanza, cosa che oggigiorno è conforme alle esigenze.


Undicisettembre: Questa esperienza come ha cambiato la tua vita quotidiana?

Jacqueline Padilla Curcio: La vita quotidiana è tornata a un certo livello di normalità. Ma non dimenticheremo mai quel giorno e vivremo le nostre vite indagando sempre ciò che fanno gli altri. Con il passare del tempo, la mia paura è che la prossima generazione dimenticherà e diventera vulnerabile nei confronti di coloro che odiano la nostra libertà.


Undicisettembre: Credi che la nazione e il suo popolo si siano ripresi dalla tragedia? Hai l'impressione che la nazione viva ancora nella paura, o che abbia recuperato la sua posizione mondiale?

Jacqueline Padilla Curcio: Non credo che questa nazione viva nella paura costante. Ciò che questa nazione sa, come dato di fatto, è che è vulnerabile al terrorismo e che questo può accadere di nuovo. La nazione e tutti i servizi di emergenza devono rimanere vigili nei propri compiti di proteggere e servire. Questo significa maggiore consapevolezza e formazione costante per rilevare le avvisaglie di minaccia, quindi un nuovo modo di gestire i compiti di polizia rispetto a prima dell'11/9. Credo che viviamo nella nazione più grande del mondo e la nostra posizione di spicco resterà sempre sopra e oltre ogni cosa.

Clearing Debris and Doubts: An Interview with Jacqueline Padilla Curcio, WTC Search and Rescue Officer

by Hammer. An Italian translation of this interview is available here.

After 9/11, police forces, firefighters and volunteers worked hard for months to clear the debris and provide for rescue and recovery. Not much is generally known about this work because the media provided limited coverage of this crucial period.

To fill this gap, Undicisettembre is publishing this interview with a New York police officer: Jacqueline Padilla Curcio (quoted by permission). Incidentally, she is the wife of firefighter Lenny Curcio, whom we interviewed last February.

Her very personal and touching report is also a significant help in debunking some conspiracy theories, such as the claim that the diagonally-cut columns of the WTC seen in some photographs (such as the one on the right) are allegedly evidence of the planting of explosive or other destructive material in the Twin Towers.

We would like to thank Jacqueline Padilla Curcio for her kindness and her time.

Undicisettembre: What do you remember, generally speaking, about your experience after 9/11? Can you give us an account of your experience?

Jacqueline Padilla Curcio: On 9/11/01, I was at home and was "mobilized" by the New York City Police Dept. to respond to my respective station. I had been assigned to Community Affairs for several years and was utilized to assist with assignments. On 9/12, I was assigned to the WTC site as a liaison to interagency affairs and assignments for accountability and deployment.

I was at Ground Zero for 4 weeks, occasionally helping with search and rescue efforts. At that time and for the next three months, I was assigned to a temporary facility on a Pier off of the West Side Highway, north of Ground Zero, to assist with the thousands of family members of the WTC victims, both civilian and non-civilian.

The makeshift facility had all the amenities to make those grieving families as comfortable as possible. It was an extremely emotional assignment, which went to just before Christmas. Throughout the years, we have been constantly trained and reminded of that day. In all of the video footage and in all of the inside information entrusted to us as sworn officers, it has never been mentioned or debated that there were conspiracies regarding that devastating incident. I hope this bit of information helped.


Undicisettembre: What can you tell us about the following days? What did you guys do and what happened after 9/11 while working on search and rescue?

Jacqueline Padilla Curcio: We were sent to Ground Zero for 12-hour shifts. Many officers worked on the pile performing search and rescue, but they had previously been trained with certain equipment. I personally had to control one of the many temporary headquarters that were set up around the perimeter. Due to the debris, it was physically impossible to get to another temporary headquarters, without a very long detour. This was the reason for the many temporary headquarters.


Undicisettembre: Do you directly know of anyone who was taken out of the wreckage alive?

Jacqueline Padilla Curcio: No.


Undicisettembre: You were part of the rescue effort. What can you tell us about the rescuers and the work they were doing?

Jacqueline Padilla Curcio: The police officers, firefighters and other equipped volunteers worked in a dangerous, toxic and stressful environment. They worked despite the conditions to recover the remains of victims for those grieving families. They are the silent heroes.


Undicisettembre: Did you hear any report of your colleagues about finding debris or anything from the planes? Early press reports suggested that large cockpit parts had been found, but nothing more was heard of this later. It would be useful to set the record straight.

Jacqueline Padilla Curcio: I do not know what evidence can be provided other than my husband’s word, but there was a jump seat found with a charred body, believed to be a Flight Attendant, who was apparently bound.


Undicisettembre: Did you see this yourself or was it reported to you? Sorry for the question, but we've seen many reports of this specific finding in the press but no first-hand accounts and we're trying to authenticate this story. Sadly, there were many grisly rumors just after 9/11 that later turned out to be just hearsay.

Jacqueline Padilla Curcio: I did not see the jump seat personally. My husband told me about it because he saw it at the morgue. Because of his investigative experience, he was assigned to the morgue for two days to record the identity and items found of any firemen and police officers that were recovered. While he was there, he personally observed the charred body in the jump seat that was being examined by another team. After he set up a system with record books, he was re-assigned to Ground Zero. I believe this temporary assignment was day 3 and 4 or 4 and 5.


Undicisettembre: What can you tell us about the families of the victims? What was their attitude towards the situation and the job you guys were doing?

Jacqueline Padilla Curcio: The families were devastated. Not only about the horrific events, but having no sense of closure. Waiting months to recover a body part and having a funeral after so long emotionally drained the victim’s families.


Undicisettembre: What do you think about conspiracy theories that claim 9/11 was an inside job? Most of these theories believe the Towers were intentionally demolished with explosives, some of them even claim no aircraft ever crashed into the towers and all the videos that show them are fake. What's your opinion?

Jacqueline Padilla Curcio: Those who have put this much effort into debating conspiracy theories seem to really need attention. Although talented, these writers have no business questioning the events of that day if they were not present.

Planes did in fact strike those buildings. I have first-hand accounts of providing “Victim Services” for the families left behind of those who perished in those “Imaginary Planes” as well as the Towers. This was far from an inside job and, yes, the planes did crash into the WTC Towers.


Undicisettembre: How do your colleagues feel about these conspiracy theories? Are they irritated, indifferent? Are conspiracy theories popular among police officers in New York?

Jacqueline Padilla Curcio: I have never heard of these “Conspiracy Theories” amongst the rank and file of the Police Department nor as a civilian. As much privileged information I was subjected to during that time, I do not recall any conversation of such conspiracies.



Undicisettembre: Have you met any conspiracy theorists and tried to debate them? If so, how did it go, and what's your impression of these people? Have you found an explanation as to why these "inside job" theories seem to persist?

Jacqueline Padilla Curcio: I have never met a WTC conspiracy theorist nor debated the issues.


Undicisettembre: Among believers of some conspiracy theories, there is much talk of WTC columns found cut diagonally. They claim that this was an effect of the alleged explosives. A more plausible explanation is that the columns were cut during the rescue operations to prevent them from falling onto rescuers. Did you observe any such cutting work? If so, could you provide some detail (e.g., when, where, who did the cutting, etc) to dispel this myth?

Jacqueline Padilla Curcio: I have seen several scenes after an explosion. I never have seen beams cut on angles at those scenes. What I can attest to is that other than the rescue workers, the largest contingency of workers directly on the pile, were Iron Workers. These teams worked feverishly for months, cutting steel with their torches, most on angles so as the cut portion would fall away from the worker. Other horizontal cuts were made to larger pieces of steel when they were connected to a crane. 




Undicisettembre: We're not asking you to violate any confidentiality rules, but are we correct in assuming that there are many photographs of the search and rescue operations that have not been released to the public due to discretion and respect for the victims?

Jacqueline Padilla Curcio: I do not know, personally, but I would venture to say that may be true after greater scene security was established. In the early stages, there were horrific pictures posted all over the Internet.




Undicisettembre: Do you think that the inevitable sanitization of the images of 9/11 has contributed to some misperceptions of the extent of the tragedy, making it somewhat easier to believe the various claims of fakery? For example, many people look at the WTC images and the Pentagon images and find them unreal due to the lack of bodies or plane parts or personal items. Do you think that releasing some of this imagery, as occurred for the Pentagon victims during the Moussaoui trial, would silence the doubters (not the conspiracy theorists, but those who have doubts) or make the devastation of 9/11 more understandable to the public?

Jacqueline Padilla Curcio: I do not feel a picture(s) is going to give non-believers resolve. This undisputedly happened to the WTC and Pentagon. The devastation and destruction of collisions of this magnitude leave very little evidence intact and can be missed by the UNTRAINED EYE.


Undicisettembre: If the opportunity arose, would you be willing to debate a conspiracy theorist, for example in a public meeting or for a documentary?

Jacqueline Padilla Curcio: As much as I would like to, I could not give the Conspiracy Theorist a platform to spread his poor and negative information. In my professional opinion, they will come with a multitude of accounts from unqualified resources with signed papers, maps and possibly pictures. They can all be fake and misleading. The audience will only have my eyewitness account and people thrive on negativity.


Undicisettembre: How did this experience change your way of being a police officer? Has it given you new insight into the task of protecting people and making your city more secure?

Jacqueline Padilla Curcio: There has been a heightened sense of security since that day. Traditional training has taken a back seat to terrorism awareness training. There is more accountability and a demand to be vigilant, which is fitting for this day and age.


Undicisettembre: How did this experience change your everyday life?

Jacqueline Padilla Curcio: Everyday life has gone back to a degree of normalcy. But we will never forget that day and will live our lives always being inquisitive to the actions of others. As time goes on, my fear is that the next generation will forget and become vulnerable to those who fear our freedom.


Undicisettembre: Do you think the country and its people have recovered from the tragedy? Do you feel like the nation is still living in fear, or has it regained its standing in the world?

Jacqueline Padilla Curcio: I do not believe this country lives in constant fear. What this country knows for a fact is that it is susceptible to terrorism and that this could happen again. The country as well as all emergency services must remain vigilant in their duties to protect and serve. This means a heightened awareness and constant training to detect the signs of threat, hence a new way of policing compared to pre-911. I believe we live in the greatest nation in the world and our standing will always remain above and beyond.