2010/10/26

L'11/9 per iPhone

di John - www.crono911.org

La tragedia dell'11 settembre è sbarcata tra le applicazioni disponibili su iTunes per i possessori di iPhone, iPod e iPad.

L'applicativo è stato realizzato da Luca Talpo per la serie iStory, ha un costo di 1,59 euro ed è disponibile sia in italiano che in inglese (scaricabile da iTunes inglese).

Lo abbiamo provato alcune settimane fa, ma il programma andava in crash su tutti i dispositivi che avevano il software aggiornato alle ultime release.

Segnalato il bug agli autori, nei giorni scorsi è stata rilasciata la versione 1.1, che risolve ogni problema e funziona egregiamente.

L'applicazione, intitolata iStory 9/11, è suddivisa in cinque sezioni ed è interamente consultabile offline, quindi anche se il proprio dispositivo non è connesso al Web.

La sezione Il WTC ricostruisce la storia del World Trade Center; Cronologia presenta una sintesi cronologica degli eventi principali che si verificarono dalle 5 del mattino dell'11 settembre fino alla tarda serata di quel giorno; Commando illustra le biografie dei 19 terroristi, raggruppati nei team corrispondenti ai quattro voli dirottati; Video propone i principali filmati relativi agli impatti e ai crolli nonché registrazioni audio (comprese quelle dei voice recorder) e ricostruzioni grafiche; infine la sezione Vittime fornisce alcuni dati numerici sulla distribuzione delle vittime tra gli obiettivi colpiti e i voli distrutti.

Fa anche piacere constatare che la struttura espositiva e i testi sono in più punti ispirati all'ebook Crono911, che ancora oggi rappresenta un importante riferimento in lingua italiana per chi voglia consultare una ricostruzione d'insieme di quegli eventi.

iStory 9/11 non è certamente una risorsa enciclopedica, considerata l'estrema sintesi della cronologia e la mancanza di riferimenti alle fonti, ma è uno strumento utile per diffondere la conoscenza della tragedia tra i più giovani, che non hanno vissuto consapevolmente i fatti del 2001 e che preferiscono senz'altro i gadget multimediali rispetto ai tomi cartacei.

L'applicativo si fa apprezzare però anche dai più esperti, perché consente di consultare velocemente un orario o visualizzare video e registrazioni. Tenuto conto che è ben possibile archiviare su iPod, iPhone e iPad altri documenti più corposi (Crono911, il 9/11 Report, ecc...), iStory 9/11 rappresenta un utile complemento per azzittire in pochi secondi il complottista di turno.

Concludiamo questa breve recensione auspicando per il futuro nuove versioni di iStory 9/11 che integrino ulteriori contenuti, per esempio una galleria di immagini e i link alle principali risorse Web.

2010/10/20

Recensione: September 11: an Oral History

di Hammer

In occasione del primo anniversario degli attentati dell'11 settembre fu pubblicato il volume "September 11: an Oral History" a cura del giornalista del New York Times Dean E. Murphy. Come suggerisce il titolo, il volume raccoglie le testimonianze dirette di chi visse gli attacchi in prima persona.

Ci imbattiamo fin da subito nelle parole vivide e cariche di emozioni dei protagonisti. Entriamo nel vivo dell'esperienza di chi affrontò scale interminabili tra fumo dall'odore acre e un rivolo d'acqua inquinata insieme a un collega non vedente assistito dal proprio cane guida. Conosciamo il dolore di chi dovette abbandonare un amico quadriplegico e sovrappeso in attesa di aiuti che non riuscirono a salvarlo e perirono con lui. Leggiamo di chi, per salvare altre persone, si trovò a spostare oggetti pesanti, stupito dalla propria forza fisica, che non credeva nemmeno di avere. Conosciamo un impiegato del Pentagono, preoccupato per la sorte del fratello che lavorava al World Trade Center e trovatosi a vivere un'esperienza molto simile in seguito allo schianto del volo American Airlines 77.

Mentre scorrono storie straordinarie ricche di dolore, di paura e di speranza, il lettore aspetta di arrivare a leggere una storia "normale", ovvero la vicenda di qualcuno che sia uscito dalle Torri o abbia assistito allo schianto del volo American 77 contro il Pentagono e non abbia particolari diversità rispetto a quella di centinaia di altre persone. Ma è presto chiaro che di storie "normali" proprio non ce ne sono; ogni storia riguardante l'11/9 ha qualcosa di speciale, qualcosa che la rende unica nei suoi aspetti umani ed emozionali.

Va notato che nessuna delle testimonianze raccolte da Murphy sostiene le teorie del complotto. Nessun sopravvissuto del World Trade Center parla di esplosioni misteriose e nessuno dei testimoni del Pentagono ha dubbi sul fatto che un aereo di linea si sia schiantato contro la facciata dell'edificio.

Il libro di Murphy ci regala uno spaccato molto incisivo ed emozionante di quanto accaduto l'11/9, ed è proprio grazie a libri encomiabili come questo che le parole dei testimoni possono diventare eterne e passare alle generazioni future, perché il ricordo delle stragi di New York e Washington non si perda mai.

2010/10/05

Le Monde e la perdita dell'innocenza

di Brain_Use
 
Nel giorno dell'anniversario degli attentati dell'11 settembre, il quotidiano francese Le Monde ha pubblicato nella sua edizione online un articolo controverso che è stato accolto dai siti cospirazionisti nostrani come una sorta di "rivelazione".

Lo ha citato, ad esempio, Giulietto Chiesa, subito ripreso da Pino Cabras e da Comedonchisciotte, con un commento che lascia intendere che il più autorevole quotidiano d'oltralpe si sia allineato finalmente alla visione cospirazionista del mondo:

«Le Monde» dell'11 settembre 2010 si accorge, con nove anni di ritardo, che la versione ufficiale dell'11 Settembre non sta in piedi.

Addirittura prosegue:

«Le Monde» è costretto a riconoscere che la storia ufficiale non solo puzza di marcio, ma che nemmeno l'amministrazione americana di Barack Obama è in condizione di tirarla fuori dal congelatore che non funziona più. Che cosa diranno ora i "debunkers"?

Dunque, secondo Giulietto Chiesa, la posizione "ufficiale" – per usare un vocabolo tanto caro al mondo del cospirazionismo – di Le Monde sarebbe oggi allineata a chi vede missili e fori da "5 metri, ripeto 5 metri" sul Pentagono e aerei fantasma conditi da demolizioni controllate alle Twin Towers.

A noi, invece, sembra che il modo migliore di rispondere a questa interpretazione sia lasciare la parola direttamente all'autrice dell'articolo, Hélène Bekmezian:

Vu les nombreux commentaires regrettant que je fasse mention des théories conspirationnistes sur le 11/09, il me parait important de faire une mise au point : Dans un article rassemblant tous les problèmes encore existants liés au 11-Septembre, il me semblait simplement juste et équitable de rappeler que, pour une partie des Américains, certaines questions demeurent. Je n'ai en aucun cas voulu donner du crédit (ou du discrédit) à ces théories mais juste rappeler qu'elles existent toujours.

Visti i numerosi commenti che lamentano che io faccia menzione delle teorie cospirazioniste sull'11 settembre, mi sembra importante puntualizzare: in un articolo riassuntivo di tutti i problemi ancora aperti e legati all'11 settembre, mi è semplicemente sembrato giusto e corretto ricordare che, per alcuni americani, alcune domande rimangono. Non ho in alcun modo voluto dare credito (o screditare) a queste teorie, ma solo ricordare che ancora esistono.

e ancora:

Vu les nombreuses réactions suscitées par cet article, il semble évident que certains éléments ont été mal compris. Comme je l'avais écrit dans un précédent commentaire, il n'est évidemment pas question de faire ici l'apologie des thèses conspirationnistes. En revanche, il était impossible de ne pas en parler : elles ne cessent de se diffuser sur Internet. J'ai donc pris la liberté de reformuler les passages qui avaient pu prêter a confusion.

Date le molte reazioni suscitate da questo articolo, sembra chiaro che alcune affermazioni sono state fraintese. Come ho scritto in un commento precedente, non si tratta, ovviamente, di fare qui la difesa delle teorie cospirazioniste. Tuttavia, è stato impossibile non parlarne: continuano a circolare su Internet. Così mi sono presa la libertà di riformulare i passaggi che avevano portato a questo fraintendimento.

A noi e all'autrice sembra insomma che la chiave di lettura dell'articolo non sia esattamente quella suggerita dagli interpreti nostrani.