2014/04/18

È morto Michael Ruppert

di Paolo Attivissimo

Michael Ruppert, sostenitore di varie tesi di stampo cospirazionista sull'11/9, autore del libro Crossing the Rubicon e citato frequentemente da Undicisettembre, si è tolto la vita alcuni giorni fa. Era considerato da Giulietto Chiesa “tra i più accreditati e rigorosi ricercatori sull'argomento”. Aveva 63 anni.

Prima che qualcuno insinui che si tratta di un omicidio spacciato per suicidio, va chiarito che suoi colleghi stretti, come Jenna Orkin, non hanno alcun dubbio che il gesto di Ruppert sia stato volontario e premeditato da tempo, anche per via dell'ostracismo inflittogli da alcune frange del cospirazionismo, che lo accusavano di essersi venduto perché non abbracciava le tesi sulla “nanotermite” che avrebbe distrutto le Torri Gemelle.

Undicisettembre rimpiange la perdita di una vita umana e di un interlocutore del quale non condivideva le idee ma che si era sempre dimostrato civile e corretto.

2014/04/14

The Osama bin Laden I Know di Peter Bergen

di Hammer

Il giornalista della CNN Peter Bergen ha pubblicato nel 2006 il volume intitolato The Osama bin Laden I Know in cui ricostruisce la biografia del terrorista saudita attraverso i racconti di oltre cinquanta persone che lo hanno conosciuto: dal cognato al suo insegnante di inglese della scuola superiore fino ad alcuni membri di al Qaeda. Ai racconti di queste persone Bergen aggiunge i propri ricordi del suo incontro con Osama bin Laden nel 1997.

Attraverso una ricostruzione precisa e minuziosa, Bergen svela particolari poco noti della vita di bin Laden e contribuisce a smentire alcune voci diffuse ma non corrispondenti al vero. L'autore apre una specifica digressione per spiegare che la teoria secondo cui la CIA avrebbe finanziato bin Laden o la sua nascente organizzazione durante l'invasione sovietica dell'Afghanistan è infondata; infatti la CIA destinò tre miliardi di dollari ai mujahideen afghani e non vi è alcuna evidenza che questa somma di denaro sia finita nelle mani di Osama né che vi sia stato alcun contatto tra il terrorista e l'agenzia governativa. Bergen nomina esplicitamente il regista Michael Moore e lo scrittore indiano Arundhati Roy come principali sostenitori di questa teoria di cui non esiste alcuna conferma.

Bergen passa in seguito ad occuparsi della nascita di al Qaeda, avvenuta nel 1988 in seguito alla separazione di Osama bin Laden dal suo precedente mentore Abdullah Azzam. Anche in questo caso l'autore elenca alcune teorie alternative come il fatto che il nome "al Qaeda" sia stato utilizzato solo dopo l'11/9 o che l'organizzazione terroristica sia stata creata dalle autorità statunitensi. Il giudizio di Bergen su queste teorie è lapidario: All these assertions are nonsense, tutte queste asserzioni sono insensate. Infatti esiste molta documentazione che prova l'esistenza di al Qaeda già dal 1988, tra cui alcune lettere inviate dello stesso bin Laden, firmate a mano in calce, ad altri membri dell'organizzazione.

Nel prosieguo del volume Bergen prova a chiarire dove si trovasse bin Laden durante gli attacchi dell'11/9. L'autore riporta le parole di Salayman Abu Ghaith, uno dei portavoce di al Qaeda, che racconta di essersi trovato in una stanza con bin Laden e di essersi poi spostato in una stanza a fianco dove c'era un televisore che mostrava gli eventi mentre si svolgevano. Quindi tornò dove si trovava bin Laden insieme ad altre cinquanta o sessanta persone per informarlo di ciò che aveva visto, ma Osama lo anticipò dicendogli: "Lo so, lo so." Tuttavia questa ricostruzione confligge con un altro racconto più recente dello stesso Abu Ghait, che ha invece sostenuto di aver incontrato Osama solo la notte dell'11/9, molte ore dopo gli attentati.

Nelle settimane antecedenti all'attacco fu diffuso un messaggio video in VHS di Osama bin Laden che prometteva attacchi contro l'America. Il Presidente Bush fu informato con una nota riservata, nel frattempo desegretata e riportata nel libro, che l'attacco prevedeva dei dirottamenti aerei; lo stesso Bergen ne informò con una lettera il corrispondente del New York Times John Burnes, ma evidentemente l'anticipo non fu sufficiente.

Bergen chiarisce anche un punto rimasto oscuro durante la prima fase della guerra in Afghanistan: se Osama si fosse davvero rifugiato a Tora Bora o no. Grazie alla testimonianza del giornalista Peter Jouvenal e di un membro di al Qaeda che fu testimone oculare dei bombardamenti su Tora Bora, è accertato che bin Laden si trovasse lì. Bergen critica quindi la gestione dell'attacco alle caverne dove era rifugiato il terrorista saudita, sostenendo che se fosse stato impiegato un maggior numero di uomini a terra, anziché fare affidamento soprattutto sui bombardamenti aerei, Osama bin Laden sarebbe stato catturato già nel dicembre del 2001, evitando così una lunga caccia all'uomo che al momento della pubblicazione del libro non era ancora conclusa.

Il volume di Bergen dimostra ancora una volta quanto sia ampia la mole di documentazione disponibile per chiarire gli aspetti meno noti legati agli attacchi dell'11/9. Peccato che i complottisti preferiscano credere a registi senza competenza e che non compiono alcuna ricerca per giungere alle loro folli teorie.