2007/11/07

Zerobubbole 8: Dario Fo dileggia i progettisti del WTC e manipola le dichiarazioni

di Undicisettembre. L'articolo è stato aggiornato e suddiviso dopo la pubblicazione iniziale. L'articolo si riferisce al contenuto della versione di Zero presentata a ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma.

A questo punto l'opinione informale di Frank DeMartini viene trasformata disinvoltamente in certezza:

0:09:27. DARIO FO: Ma noi... eh... sappiamo, proprio da coloro che hanno costruito e progettato queste torri, che avrebbero resistito anche con l'impatto di più di un aereo. Quindi ci chiediamo: come potevano i costruttori pensare a degli aerei che arrivassero sopra le torri senza carburante? Pensavano forse che l'aereo potesse arrivare... così per fiato proprio?

Colpisce innanzi tutto il dubbio gusto di dileggiare e di dare dell'incompetente a chi è morto e non può difendersi dalle accuse: non solo Frank de Martini, ma anche John Skilling, capo ingegnere strutturista del WTC, scomparso nel 1998 a 76 anni.

Certo, Dario Fo è un premio Nobel, ma per la letteratura, non per l'ingegneria strutturale. Ricevere un Nobel non rende improvvisamente onniscienti, come dimostrato dalle recenti dichiarazioni razziste del Nobel James Watson, e non legittima Fo a criticare i professionisti del settore edilizio (quanti grattacieli ha progettato Fo?). E infatti, forse fidandosi infelicemente dell'imbeccata fornita dagli sceneggiatori Chiesa e Fracassi, Dario Fo fa un'affermazione che è permeata di totale incompetenza e ignoranza dei fatti riguardanti la progettazione del World Trade Center e l'ingegneria strutturale in generale.

Questo, fra l'altro, è un esempio di straw man argument, o "argomento fantoccio": un trucco retorico nel quale si attribuiscono all'avversario affermazioni che non ha fatto e poi si procede a demolirle, dando così l'impressione fasulla ma efficace di aver annientato la vera tesi avversaria.

Infatti i progettisti del WTC non hanno mai pensato ad aerei che volassero senza carburante. Il carburante fu preso eccome in considerazione dai progettisti, ma negli anni Sessanta non c'era modo né di simularne scientificamente gli effetti, perché i calcolatori dell'epoca erano insufficienti allo scopo, né di costruire in modo da sopportare i danni di un grandissimo incendio. Quest'ultimo è un problema che esiste tuttora, come dimostra proprio l'incendio della Windsor Tower di Madrid citato più avanti da Zero. Altro che "fiato proprio".

Delle analisi degli impatti e degli incendi svolte dai progettisti sono rimaste poche tracce formali (esiste copia di una sintesi dei risultati di una di esse, ma le analisi vere e proprie non sono state recuperate nonostante tre anni di ricerche, secondo fonti citate da Cooperative Research). Ma ci sono le parole eloquenti del già citato John Skilling, capo ingegnere strutturista del World Trade Center, rilasciate al Seattle Times e pubblicate il 27 febbraio 1993, poco dopo il primo attentato terroristico contro le Torri Gemelle, quindi in tempi chiaramente non sospetti:

JOHN SKILLING (nella foto), dal Seattle Times: "La nostra analisi indicò che il problema maggiore sarebbe stato il fatto che tutto il carburante (dall'aereo) si sarebbe riversato dentro l'edificio. Ci sarebbe stato un incendio terrificante. Sarebbero morte molte persone."


John Skilling aggiunge, forse ottimisticamente, che "la struttura dell'edificio sarebbe rimasta al suo posto". Cosa che in effetti è accaduta, almeno in parte: la Torre Nord ha retto 102 minuti, quella Sud 56.

Skilling, a quanto risulta, non ha mai affermato che la struttura avrebbe sopportato impatti multipli di aerei (inconcepibili in un'epoca pre-terrorismo come gli anni Sessanta), né che avrebbe retto indefinitamente in caso d'incendio successivo a un impatto singolo. Anzi, la resistenza dimostrata l'11 settembre, sotto gli effetti combinati di impatti e incendi, è ritenuta già lodevole dagli addetti ai lavori.

Si noti, per esempio, il parere di Jon Magnusson, amministratore delegato della Magnusson Klemencic Associates, una grande società d’ingegneria delle costruzioni di Seattle, in un'intervista a Popular Mechanics: "Il 99% dei grattacieli [moderni] crollerebbe immediatamente se colpito da un aereo di linea... Non solo crollerebbe, ma crollerebbe immediatamente" (Debunking 9/11 Myths, Hearst Books, pag. 30; disponibile in italiano con il titolo 11 settembre: i miti da smontare, Terre di Mezzo).

Come mai Zero ha scelto di omettere queste dichiarazioni di tecnici qualificati e addirittura degli stessi progettisti delle Torri Gemelle?

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